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Relazioni - Scialpinismo



Cima dei Preti con gli sci

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Guarda le foto di questa relazione nell'album Cima dei Preti con gli Sci

Aprile 2011

 Arriva Giulio in negozio, ha qualche giorno di ferie, mi chiede se ho visto che hanno fatto la Cima dei Preti con gli sci, gli rispondo di si, si tratta di un ragazzo che conosco. Ci guardiamo e decidiamo di salire il giorno dopo, in realtà era qualche giorno che meditavo questa salita, l’ amico Bruno, che sta facendo il corso guida, pubblicando la salita su Over The Top, mi ha dato lo stimolo giusto, e devo dire che per queste cose, Giulio è il compagno ideale, praticamente un camoscio giovane ed entusiasta.

 

 

Forca De La Val - Gruppo del Montasio - 09 Aprile 2011

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alt Guarda le foto di questa relazione nell'album forca de la val




FORCA DE LA VAL - 9 aprile 2011

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forca de la val

Partenza ore 5.30 da Pordenone, siamo in due (io e massimiliano).
Era da un po' che volevo fare questa uscita e così nonostante alcuni dubbi sull'innevamento ho accettato con piacere la proposta. Inoltre un amico finanziere di massimiliano lo aveva assicurato che la neve c'era anche a quota bassa. Io ho qualche dubbio infatti provo in viaggio a proporgli la "lavinal de l'orso" con esposizione a nord, ma le altissime temperature ci fanno propendere per un itinerario più sicuro a sud.
Superati gli impianti di sella nevea si parcheggia a fianco della caserma della guardia di finanza ai piedi di un pista con impianti ormai in disuso.
L'itinerario classico prevede la risalita della pista ed il ricongiungimento più in sù con la strada bianca che collega le malghe dell'altopiano tagliando qua e là lungo il sentiero 625 ben segnalato. Noi per non farci mancare nulla non tagliamo e saliamo la strada bianca fin dal parcheggio, i miei improperi al buon massimiliano (che stà testando del materiale super leggero), ci faranno scegliere un po' più in là di riprendere il sentiero.
Arrivati alla malga Cregnedul si prosegue sempre in direzione nord, qui ormai la vista è molto aperta nonostante ci siano ancora alberi, e bisogna andare verso la conca centrale.
A quota 1.600mt incontriamo la neve, calzo le ciaspe e via. Appena entrati nella conca a sinistra si vede evidente la forca riomoz (sul nome ho qualche dubbio) molto bella ed invitante.

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forca riomoz a sx, forca de la val a dx

Dalla conca si risale andando un po' a destra e poi superato il primo lungo pendio si devia verso sinistra portandosi sulla verticale rispetto alla forcella.
Successivamente si risale a vista fino ad un grande masso, circa a 50mt dalla forcella.
Abbiamo provato a risalire ancora un po' ma ad una trentina di metri c'era un accumulo che non aveva ancora scaricato e viste le altissime temperature abbiamo fatto dietro front, allacciato io la tavola e massimiliano gli sci.
Ahimè la discesa è durata 700mt su di un firn bellissimo, forse per gli sci quasi al limite del galleggiamento.
Subito sotto la forcella la pendenza è sostenuta (45°) ma il pendio è molto aperto e poi diventa subito un po' più dolce, anche se fino alla conca la pendenza è comunque interessante.
Il bosco non sò dirvi se è sciabile o meno in quanto non c'era neve, a vederlo è abbastanza fitto e quindi in caso di innevamento credo sia consigliabile seguire la strada bianca.

La giornata è stata caldissima e questo ha influito anche sulla nostra velocità in salita, nonostante sulla carta il dislivello sembri abbordabilissimo (1.150mt), lo sviluppo è duretto e la gita non credo sia proprio alla portata di tutti (snoboarder parlando). Oltretutto con il caldo estivo ci si cuoce dalle prime luci dell'alba fino al ritorno quindi per la prossima volta mi ricorderò di portare un bel po' di acqua in più.
Anche se la neve inziava da molto in alto l'uscita è stata magnifica. L'ambiente è severissimo ed incute rispetto reverenziale, nonostante il sole aiuti l'umure, queste montagne sono al tempo stesso affascinanti ma tenebrose. Non appena si emerge dalla quota bosco tutto appare verticale e stretto.

A parere mio le giulie la danno "a bere" anche alle più vanesie dolomiti.

saluti
nicola

 

Forcella dal Clamorces-Val Culea Gruppo del Sella

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Guarda le foto di questa relazione nell'album Forcella dai Clamorces-Val Culea Gruppo del Sella

 

 

 

Sono le 3 e 15 quando la sveglia suona !!!!

Solo uno come me può essere suonato da andare via a quest'ora .... ma per fare gite di questo calibro ci sta tutta questa levataccia !!!

Poco prima delle 4 sono a Barcis e trovo un capriolo che girava li da solo in mezzo alla strada .... arrivo a Claut , dove ad aspettarmi c'è Renzo e Omar !

Arrivo alle 4 e 20 trovo Renzo li in macchina che aspetta ... 10 minuti e arriva Omar solo che pensava di trovarci al Bar da Mario prima di accorgersi che stava sbagliando posto !!!

Son le 4 e 30 della mattina ci può stare pepepepe  :-) !!!!!!

Dopo circa 2 ore di macchina siamo al Passo Gardena .... il tempo di prepararci e partire ... do uno sguardo e mi accorgo che per scendere in Val Gardena con i propri mezzi  la strada e chiusa ....

Il tempo di salire il primo crinale e mi accorgo che una valanga di medie dimensioni (e di fondo per giunta) e scesa sulla sede stradale e da li ho capito perchè non è transitabile !

Da qui inizia la nostra gita.... saliamo il primo colle sono le 6 e 30 del mattino e vedere le Dolomiti a quest'ora credetemi e magnifico  !!

Dopo un lungo traverso siamo all'inizio della Val Culea .... la risaliamo prima in leggera pendenza .. ma man mano che si sale diventa più sostenuta !

Infatti sul canale prima di arrivare al plateau , abbiamo tolto gli sci e risalito la strettoia a piedi .... una volta arrivati sopra al plateau puntiamo dritti verso una Forcella !

Anche questa salirla non è stato per niente banale credetemi !!! 

Una volta arrivati in Forcella decidiamo di scendere nel versante opposto con pendenze sui 45 gradi !!

Il canale che scende da questa forcella nel Valun De Pisciadù è lungo circa un centinaio di metri ed una volta sceso valutiamo il da farsi ... decidiamo di risalire per altri 200mt  il Valun verso Nord  ed arriviamo sulla Sella del Pisciadù !

La Sella del Pisciadù e il crocevia di molte discese di scialpinismo in questo gruppo .... una volta arrivato alla Sella ... guardo i miei compagni che sono saliti in cima al Sas dei Clamorces .

I con la mia calma faccio un po di foto e li raggiungo poi alla Forcella dei Clamorces a 2957m !

In forcella troviamo una simpatica persona (che io battezzo el paninaro) quello del DRIVEVIN vi ricordate !!!

Va be adesso comincia il divertimento scendiamo un ripido pendio su neve farinosa lungo la Mosoret de Murfreit fino ad arrivare al'ingresso del primo canale ripido salito questa mattina!

Il canale visto da sopra fa impressione 45 gradi buoni .... ma in qualche maniera prestando attenzione si scende ...poi scendendo in Val Culea su neve ancora Farinosa !

All'uscita della valle  ritorniamo al Passo Gardena attraversando l'ultimo colle su neve a tratti ghiacciata e assai pensate !

Immaginate voi dopo 1300m di dislivello totali per circa 10km di giro... impiantarsi su neve pensate non è il massimo ... ma ci sta anche questa !

Comunque a mio avviso è stata una delle mie più belle traversate con gli sci che abbia mai fatto !

Ringrazio i miei compagni Renzo e Omar per questa splendida giornata da incorniciare !!!

Alla prossima By Vertical 

 

 

monte TREMOL 26/03/2011

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monte Tremol (2.000 mt circa), sabato 26/03/2011



Sento Massimiliano e gli propongo la Palantina, lui mi dice che a mezzogiorno dev'essere a casa e non c'è tempo per fare il giro da Tambre così mi propone il Tremol. Va bhè mi dico non l'ho mai fatto ed una giornatina tranquilla mi va più che bene.
Alle 8.30 siamo pronti nel piazzale di Piancavallo ed iniziamo a risalire la pista, la cosa non mi fa impazzire, però tutto sommato l'alternativa era la poltrona di casa e così mi adatto di buon grado.
Massimiliano dice di muoverci per uscire velocemente dalla pista prima che quelli degli impianti vengano a prenderci. Scoprirò poi che sabato è stato il penultimo giorno e con domenica hanno chiuso la stagione, infatti l'aria che si respira è un po' quella dello svacco generale.
Ci sono giusto gli sciatori più accaniti che sfruttano la neve della prima ora e che mentre salgono dalla seggiovia commentano in modo più o meno sguaiato (ma non maleducato questa volta).
Comunqe saliamo sù diretti fino all'arrivo dell'impianto, lì giriamo a destra e prendiamo un ampio canale. Lo risaliamo e verso la fine andiamo destra per risalirne un altro che porta al ripetitore. Da qui si è sul filo di cresta che si segue fino alla cima (pezzo bellissimo).
Massimiliano con la scusa di levarsi in fretta dalla pista tiene un ritmo altissimo e così persino nella giornata tranquilla mi tocca faticare. La giornata è splendida, cielo limpido e un sole cocente. Avrò sudato almeno 7 litri e un po' rimpiango la serata precendente e quelle buone birrette con gli amici.
Sulla cresta incontriamo il corso del soccorso alpino, una ventina di ragazzi più o meno giovani sotto la guida dell'istruttore stanno facendo un po' di movimento in quota, li ammiro e li ringrazio. In fondo potrebbero farsi delle uscite in santa pace ed invece si stanno dedicando ad impare come in futuro levare dai guai il prossimo.
Dopo un'oretta e mezza siamo in cima ed inizia la discesa.
La prima parte è meravigliosa, si scia su firn, e la pendenza si fà sentire. Il pendio comunque è ampio e permette poche ma ampie e veloci curve, dopo 200mt andiamo verso destra e ci ricolleghiamo ai canali di salita.
Arrivati in pista saltino all'Arneri, 2 radler, un po' di chiacchiere e rubacchiamo la discesa in pista su neve ormai papposa (ma che cmq non disdegno).
Ero dubbioso se mettere questa giornata sul blog,  ma in fondo anche il Tremol è una montagna ed oltretutto la vista dalla cima è stata assai appagante quindi merita una piccola relazione pure lei.
saluti
nicola

 

Forcella del Nevaio

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Giornata stupenda .... mi ritrovo a longarone alle 7 assieme a Renzo e Massimo !!

Un piccolo inconveniente che può succedere in questi casi e si parte alle 7 e 30 !!!

Arrivati a Misurina seguiamo la strada che porta al lago de Antorno .

Poco prima del lago vi è l' indicazione del sentiero estivo nr.115 che porta al Rifugio Fonda Savio!

Da qui seguendo le traccie di salita arriviamo al  Pian degli Spiriti, tenendoci verso Nord Est saliamo un pendio abbastanza tranquillo  che ci permette di arrivare al Ciadin dei Toci !

In questo punto troviamo i resti di una valanga .... proseguiamo e arriviamo al Rifugio Fonda Savio coperto dal un bello spessore di neve !

Il panorama è stupendo ... il tempo di fare una piccola sosta e proseguiamo in direzione del Ciadin del Nevaio .

Man mano che saliamo il Ciadin ... ci voltiamo e alle nostre spalle si vedono in tutto il suo splendore le pareti Sud delle 3 Cime di lavaredo .

Una volta arrivati sotto la forcella togliamo gli sci per precauzione, in quanto il manto nevoso ha un fondo abbastanza duro  ... era abbastanza difficile fare inversioni in quel punto !

Quindi sci in spalla e sù fino in Forcella ... da qui la vista e stupenda, il tempo di far un paio di foto, togliere le pelli e preparasi per la discesa .

Una volta sceso il primo pezzo insidioso voltiamo verso sx è cominciamo a fare surf su 30cm di neve fresca, questo fino al Rifugio .

Non contenti di ciò scendiamo lungo il Ciadin Dei Toci  tracciando delle curve da sogno sempre su neve fresca ....

Arriviamo ad uno dei tronconi della teleferica del rifugio ... da li mantendosi verso sx scendiamo in mezzo ad un pendio sicuro ma con neve crostosa ... 

Arrivati al Pian degli spiriti ci avviamo verso la macchina ... e andiamo a Domegge a bere una buona birrozza ... la quale ci sta tutta !!!

Alla prossima By Vertical . 

 

 

 

Monte Ressetum, Claut - 12 Marzo 2011

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RESETTUM, 12 marzo 2011



Sabato 12 marzo 2011, dopo una lunga assenza dalle montagne causa intenso lavoro, riesco ad organizzarmi all'ultimo minuto con un amico del soccorso alpino: Massimiliano.
Al telefono mi propone il Resettum... accidenti, mi dico, era una delle mie mete ma per riprendere avrei preferito una gitarella un po' meno faticosa...
Sono pur sempre 1.400mt di dislivello e con uno sviluppo bello lungo (solo alla casera son 6km). Cmq non ci vuole poi tanto a convincermi, gli dico di sì e penso "se salendo scoppio mi fermerò".
Fino a casera Pradut c'ero andato in una lontana estate, il resto del tragitto mi è sconosciuto, giusto le solite cartine e qualche sparuta relazione mi aiutano e non di molto.
Partiamo alle 9.00 dal parcheggio all'inizio della forestale, quota 640 mt, non fa freddo, non c'è vento, la stradina è tutta innevata (anche se i primi 100mt sono ghiaccio vivo).
Lascio in macchina tutto quello che posso. Nello zaino solo: giacca, felpina, maschera, guanti, pala, sonda, 3 pacchetti di biscotti, 1/2 litro di thè, sacchetta mcgiver, casco, tavola e ciaspe (fino alla casera per fortuna non servirà metterle).
Sono felice ma penso che stavolta finisco con la lingua a penzoloni di fuori.
Si parte, l'itinerario segue la forestale senza tagli in mezzo al bosco, questo perchè non siamo certi dell'innevamento e Massimiliano (sciatore) non vuole rischiare il metti/togli continuo dei suoi attrezzi.
La strada è lunga e inesorabile con pendenza costante, va sempre seguita e ai pochi bivi andare verso la casera pradut (numerosi i cartelli con indicazioni).
Il tempo non è il massimo e a naso in cima non ci vedremo granchè, la neve è assai umida, direi pure fradicia, anche se ce n'è parecchia.
Dopo un'ora e mezza siamo in Casera, complimenti al gestore perchè presente anche in inverno. Pausa lunga e proseguiamo sempre verso nord seguendo la forestale, dopo un tratto pianeggiante deviare a sinistra verso il bosco (quel giorno ben tracciato).
Si tiene la cima del pradut alla sinistra e si punta verso un'ampia forcella visibile solo dopo un po'. Arrivati alla forcella ci teniamo a destra e finito il bosco scegliamo un canale che poco distante dalle crode della cima porta direttamente sulla cresta. Da fare attenzione alle forre negli ultimi 300mt di salita, molto insidiose sopratutto con scarsa visibilità.
La neve è pesante e l'ultima parte sembra non finire mai, anche se tutto sommato, arrivato in cima scopro di avere ancora un po' di energia rimasta.
Le nuvole inziano ad avvolgerci e quindi bando alle ciance e ci buttiamo giù.
I primi 300mt sono proprio belli anche se li pensavo più pendenti, arrivati in forcella la discesa nel bosco è bella tecnica, sopratutto con questa neve in cui per girare fai una fatica improba. Siamo di ritorno in Pradut dove un radler è d'obbligo (consiglio quindi di portarsi via qualche euro).
Riprendiamo la discesa deviando a sud dalla casera e lasciando la forestale alla nostra destra. dopo un primo tratto aperto siamo nel bosco ed una stradina semi pianeggiante con una neve collosa rende particolarmente lento il ricongiungimento con la forestale.
Da lì al parcheggio è una discesa semplice dove gli unici pericoli sono i sassi affioranti verso il fondo, le lastre di ghiaccio e le persone che risalgono.

Impressioni: la giornata è stata bella, divertente e piacevole. Ammetto (probabilmente attirando le ire dei blogger) che da quest'uscita mi aspettavo un po' di più. In fondo si scia molto nel bosco e nella forestale. Mentre la parte finale, secondo me la più bella, è troppo breve per giustificare uno sforzo così prolungato (almeno per me). Di sicuro la cresta finale merita di essere percorsa in lungo ed in largo, ma almeno per quello che mi riguarda, quando ci arrivi con la tavola sulla schiena non ti vien proprio voglia di spostarti parecchio. 
Discorso diverso se devo giudicarla con il cuore, anche se non abito a Claut, la ritengo una montagna di casa mia e quindi non si può che volerle bene e consigliarla a tutti o quasi.
Per gli snowboarder valgono i soliti discorsi per le uscite dai 1.000mt di dislivello in sù, avventuratevi in queste uscite se siete amanti della fatica altrimenti difficilmente arriverete in fondo. 

saluti
nicola

 

Cima Val Grande (Alpago)

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Salve eccomi qua a raccontare un altra bella gita lunga classica e Polverosaaaaa!!!!

Partiti da Casera Pal (Malga Cate) 1054m ci addentriamo in Val Salatis .

Dopo circa 45 minuti di cammino arriviamo a Casera Pian de le Stele 1421m , risaliamo il tratto di bosco e sbuchiamo nel parco giochi della Val Sperlonga !

Parco giochi cosi lo chiamo perchè si può scendere in diversi punti (ovviamente stando attenti ai buchi ) .

Una volta usciti dal bosco percorriamo l'evidente traccia che ci permette di risalire una forcelletta , la oltrepassiamo e siamo nel bel mezzo della Val Sperlonga .

Il Panorama e stupendo , saliamo per traccia aggirandoci sotto le pareti del Col de Banca .

Man mano che saliamo buttiamo l'occhio sui pendii ancora vergini , sopra di noi ci sono solo 2 persone , incominciano ad illuminarsi gli occhi ....

Saliamo ancora , alla nostra sinistra il Col de Banca ancora da tracciare , ma noi saliamo per Cresta ... dalla Cresta verso Est si intravedono le acque verdi del Lago di Barcis .

Una volta finita la cresta siamo in Forcella Caulana .... da li con lungo traverso arriviamo sotto la Cima .

Per salire fino in cima bisogna prestare attenzione in quanto vi era uno strato di neve polverosa ma su fondo duro .

Siamo in Cima a quota 2007m ... la vista e spaziale ... la giornata super il tempo di far 2 foto prepararci e scendere .

La discesa e memorabile .... su pendii ancora vergini .... tra un alternanza e l'altra ci aspettiamo ... io scendo per ultimo ma ad un certo punto li gioco uno scherzetto ai miei compagni .... gli passo davanti in velocità e gli frego un pendio per primo ih ih ih !!!!

Dopo aver sceso più della meta del percorso su neve polverosa , ci addentriamo nel bosco ridiscendiamo lunga la mulattiera fino a dove si può .... per poi arrivare alla macchina .

Alla prossima By Vertical

 

Lastoi de Formin

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Guarda le foto di questa relazione nell'album Lastoi de Formin

 

 

 

Il tempo di spegnere la sveglia alle 6 e 15 , mi giro dall'altra parte ,all'improvviso apro l'occhio è sono le 7 e 10 è di colpo mi sveglio ....cacchio via  alle 7 e 30 a casa di Andrea devo trovarmi ....

Insomma cominciamo bene fortuna che ho preparato il materiale la sera prima ....

Siamo un bel gruppo oggi 4 ciaspolatori e 5 scialpinisti è come gita di oggi abbiamo scelto di salire in Val del Formin e di salire in cima al Monte Formin (Dolomiti) .

Partiti dal parcheggio di Pezei de Parù a quota 1500m ci avviamo lungo il sentiero che sale alla casera Formin .

Dalla casera proseguiamo per evidente traccia , costeggiamo alla nostra destra il torrente Formin è una volta preso un pò di quota arriviamo in alta Val de Formin !

Da qui i nostri amici con le ciaspe preferisco fermarsi e fare dietro front , mentre noi proseguiamo .

Saliamo a zig zag per almeno 200m per poi arrivare ai Lastoi veri e propri .... il panorama e stupendo l'unica cosa e il freddo che quassù si fa sentire abbastanza  !

Non arriviamo in cima preferiamo tagliare prima è fermarci a ridosso delle creste !

Il tempo di fare un paio di foto togliere le pelli e ripartire subito , questo perchè il freddo si fa sentire , la temperatura e di -7 gradi con effetto wincill -12 .

La neve in discesa non è delle più belle , nella parte alta dell'itinerario la neve si presenta crostosa .

Una volta arrivati nel bosco prestiamo un po di attenzione al ghiaccio perchè da qui alla macchina se c'erano i pattini era meglio !!!

Comunque a parte questo la giornata è stata buona e la compagnia ottima .

Alla prossima by Vertical !!!

 

 

Forcella Colfreddo - Croda Rossa

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Era da un po' di tempo che continuavo a guardare la relazione di quest'uscita ed oggi finalmente si è presentata l'oppurtunità.
Un grazie speciale a due persone per la riuscita della giornata: a mia moglie che pazientemente accetta che non tutto si possa fare insieme, a Samuele (il mio amico neo guida alpina -ve lo consiglio per eventuali escursioni-) perchè ci si intende sempre.

Veniamo al tragitto:
Macchina, Cortina poi oltre verso Dobbiaco a 150mt dal passo Cimabanche si parcheggia sulla sx accanto ad una casa gialla (naturalmente non l'ho riconosciuta così sono arrivato al passo e sono tornato indietro).
Da lì (quota 1512m) attacca subito un sentiero semplice,  largo, tracciato ed infinito che si dirige prima a nord e poi a ovest fino a sotto la Creta d'Ancona.
A quota 1980m sulla dx c'è il primo grande spiazzo sgombro da alberi, lì andate verso nord entrando nel circo delle cime intorno alla Croda Rossa (che per ora non si vede).
Si sale per un pò, poi una piccola buca e davanti a voi c'è un grosso sassone, bisogna arrivare sulla destra di questo grossa formazione rocciosa a quota 2350m, poi la si aggira e si entra nella conca.
Girando lo sguardo a ovest si nota subito la forcella (l'unica sciabile), vista così uno dice pensavo peggio poi, come tutte, una volta che si inizia a salire non sembra mai finire.
Arrivati in forcella (2721m) si scende nella vallata opposta, nonostante quanto si trovi nelle relazioni, non ho poi trovato questa parte così impossibile (il primo canale). Il canale ha una buona pendenza ma è abbastanza largo e non lunghissimo.
Finito il canale la vallata si apre e dopo aver spaziato dove si vuole bisogna dirigersi al centro di essa verso un gruppo di alberi radi. Da qui cercando di perdere quota scegliere la miglior traccia possibile, occhio perchè qui qualche pericolo c'è. I tratti sono abbastanza scoscesi e a sinistra trovate un discreto dirupo.
Dopo 150mt si arriva in un divertente "toboga" nel letto del torrente ghiacciato ed innevato, da lì poi ho proseguito dritto fino al passo per poi rientrare alla macchina con una breve camminata (o se siete fortunati come lo sono stato io con un passaggio).

Veniamo alla considerazioni:
Itinerario magnifico per lo sviluppo molto lungo e vario, per la qualità della neve (e solo se siete sciatori) forse poteva valer la pena fare il giro al contrario anche se la salita dal versante est credo sia più difficile. Non fatevi ingannare dal dislivello in questa gita lo sviluppo la fa da padrona.
Consiglio questo percorso solo agli snowborders con molta esperienza e che trovino piacere a faticare parecchio. La parte finale della discesa se non si possiede un ottimo controllo della tavola diventa pericoloso ed un "inferno" che non passa mai. Se al contrario sapete dosare la velocità, curvare anche sullo stretto e vi sono avanzate un po' di gambe allora merita almeno una volta di essere fatto.
Oggi la neve del versante ovest (quello di salita) era nettamente migliore (polvere di 10cm su fondo duro) di quella a est (crostosa, con piccoli accumuli). Comunque abbiamo deciso di continuare ugualmente il giro completo invece di tornare sulla via dell'andata (la malattia dell'esploratore).
Oggi faceva parecchio freddo, per fortuna non c'era molto vento. Il mio gancio dell'attacco viste le condizioni ha deciso di spaccarsi a metà discesa così fiero del mio equipaggiamento ho tirato fuori la borsettina mcgiver (finalmente la uso) ed ho cercato di tamponare con spago e nastro americano (che con il freddo pungente non attaccava nulla). Vi lascio pensare quali siano stati i risultati.

Il paesaggio è mozzafiato e le mie foto striminzite non rendono onore a questo posto magico.

saluti Nicola

 

Gruppo Croda Rossa D'Ampezzo

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Guarda le foto di questa relazione nell'album Fanes

 

 

Partiti da Pordenone con un tempo pessimo, decidiamo di andare a fare un giro nel gruppo delle Croda Rossa D'Ampezzo !

Come meta avevamo in mente di salire la cima del Monte Tae , che fa parte del Gruppo della Croda Rossa D'Ampezzo nel parco naturale di Fanes-Sennes-Braies !

Una volta arrivati al parcheggio in località Podestagno, saliamo la mulattiera che porta a Malga Ra Stua .

Dopo circa  200m, sulla sinistra seguiamo le indicazioni per Cason de Antruilles (sbarra) .

Una volta scesi per sentiero arriviamo al Cason, gestito, decidiamo di fermarci e fare una visita .

Salutiamo il gestore e seguiamo le indicazioni Col Bechei-Lago Limo !

Ambiente meraviglioso se non fosse guastato da queste cattive condizioni meteo, saliamo per buona parte nel bosco, poi proseguiamo per il vallon fino al Valico da dove si sale il Ciadin del Tae .

Purtroppo la visibilità è scarsa, la neve pesante e non resta far altro che terminare la gita qui !

Il tempo di fare una pausa, un paio di foto e scendere .

Oggi non siamo saliti molto, circa 500m di dislivello, ma con uno sviluppo buono, il quale ci ha permesso di fare una sciata tutto sommato divertente, con qualche tombola qua è la che ci sta... se nò che divertimento è ...

Ci siamo ripromessi di tornare in questo posto , il quale, offre altri itinerari belli da fare e l'ambiente è stupendo .

 

Alla prossima Flavio

 

Cima Vacche - Alpago

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sabato 18/12/2010

da cima vacche il cimon di palantina

Sveglia presto, nessun compagno d'avventura, mi preparo e parto.
Durante il viaggio un bel po' di neve per strada, mi fermo a far colazione appena uscito dall'autostrada e penso di essere un po' in ritardo e che troverò un bel po' di macchine in parcheggio.
Arrivo a Col Indes in un'atmosfera irreale: è tutto bianco e non c'è nessuno, ma veramente nessuno. Un brivido mi assale: "ma vuoi vedere che ho visto male il bollettino e invece di pericolo 2 hanno messo 5??". Nel frattempo mi cambio, scarponi, pantaloni, zaino, tavola e ciaspe in mano e penso "va bèh, vado sù per la dorsale e se poi non mi fido della situazione scendo per dove sono salito, lì per forza è sicuro".
Imbocco la stradina asfaltata tutta imbiancata, ci sono giusto le impronte di due copertoni, devio a dx lungo quella sterrata, anche qui tutto ricoperto da dieci centimetri di neve immacolata e le mie sono le prime ed uniche impronte, mai successo e la sensazione è bellissima.
Arrivo all'attacco della lunga dorsale che porterà alla cima, l'anno scorso ero salito per la via più diretta frontale... che scelta assurda avevo fatto, l'itinerario in cresta è magnifico ed anche se ha più sviluppo la vista è sempre apertissima. Si parte dal bosco, cmq molto comodo il sentiero è ben riconoscibile e la pendenza è costante, poi arrivano i maledettissimi mughi che si aggrovigliano alle mie ciaspe con una facilità estrema e poi arrivi alla cresta che si affila sempre più fino alla pala finale abbastanza in piedi ma assolutamente sicura. Quest'ultima parte richiama  le creste delle alpi occidentali nonostante qui siamo a un'ora da casa e neanche a 2000m.
La giornata è bellissima, il sole pian piano è venuto fuori, il cielo è terso, il freddo è pungente.
Mentre salgo mi guardo dietro... non c'è nessuno, ma proprio nessuno nemmeno sul Guslon nemmeno sulla Palantina insomma mi sembra di essere l'unico ad essere venuto in Alpago.
Ultimi passi, la nostalgia per aver quasi finito fa a cazzotti con la soddisfazione di essere arrivato in cima, mi copro, preparo la tavola, tolgo le ciaspe, metto il casco e guardo il primo pezzo (ammetto è quello che mi piace di più). Mi viene in mente il bollettino: "grado 2 tranne gli accumuli a nord sopra i 1900mt, da evitare", ci penso un po' sù e poi faccio come dicono loro in fondo hanno sempre ragione.
Finalmente in cresta vedo qualcuno, anzi parecchi, è un bel gruppo che in fila indiana  stanno spuntando dal bosco ed inziano la cresta. Oramai sono qui da un po' e così inzio a scendere, prima traccia ed unica ancora per qualche minuto, incrocio il gruppo e scambio due chiacchiere: "fondo durissimo, questi pochi centimetri di polvere non sono sufficienti (tra me e me penso: piuttosto che niente è meglio piuttosto)". Avevo seguito il filo di cresta per i primi dieci metri poi vado giù dritto, bisogna stare un po' in guardia perchè si tende a filare parecchio, la sciata dev'essere tecnica per forza, poi arriva il bosco, un po' di zig zag, un po' di rami sul muso, mi sfracello due dita in una curva perchè prendo un sasso appena nascosto dalla neve e rifaccio completamente nuovo il fondo della mia amata tavola perchè sono stupido ed appena vedo cinque centimetri di neve non ci penso nemmeno a levarla e scendere a piedi.
Arrivo alla macchina giro la tavola e piango, poi guardo la cima ed intravedo un paio delle mie curve, ringrazio le montagne per avermi regalato questa magnifica giornata.


la cresta finale dalla cima

Guarda le foto di questa relazione nell'album cima vacche

 

 

Guslon sabato 11/12/2010

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E' il mio primo Guslon della stagione.
Amo questi posti e così anche in condizioni non proprio "morbide" la giornata alla fine è sempre straordinaria.
Partenza alle 8.30, nonstante il sole, fa un po' freddo, la neve non è molta (non si scia fino a 1.500mt) e il fondo è durissimo.
il bollettino del fvg dava grado 1 e consigliava ramponi, ammetto che non li ho usati, ma averli nello zaino mi dava quel po' di sicurezza per niente male (complimenti ai responsabili del bollettino indicazioni ottime).
Salita veloce (sopratutto grazie al fondo semighiaccio) e discesa a fior di lamina, sulla cresta prima di entrare in nigonella, tre curve han trovato una neve ammorbidita dal sole.
Pensavo di trovare molta gente invece tutto sommato non c'è stato un grande assembramento, alcuni hanno aspettato a salire sperando che verso mezzogiorno la neve mollasse un po'. a mio parere non avrebbe mollato nemmeno con 48h di sole cocente.
Da sù la vista era come al solito però: mozzafiato.



saluti
nicola

 

Palon de la Mare 3.703m

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16 Maggio 2010,  la sveglia suona: sono le 02:30, ovvero da poco passata la mezzanotte, considerando che normalmente vado a letto alle 11:00 circa, le ore di sonno sono poche. Comunque se la sveglia suona a quell' ora, il motivo deve essere  buono, il motivo è il Palon De La Mare, da farsi in giornata, con gli sci e la compagnia del mio amico Giulio di Montereale. Il Palon De La Mare fa parte del gruppo del Cevedale, è una delle vette che compongono il Giro delle 13 Cime, l' idea è quella di farlo da Sud, dalla Val di Peio, piccola valle che dirama dalla più grande Val di sole, praticamente sulla strada del Passo del Tonale.

 

Tofana di Rozes 3.225m

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Il 1° Maggio era una di quelle giornate che non sai come vanno, la sera prima guardi il cielo ed è completamente coperto, ci pensi, non sai se mettere la sveglia oppure no. Alla fine la sveglia suona, la prima cosa che fai è quella di tirare la tendina, è buio, chiaro, sono le 04:00 ma in cielo neanche una nuvola, si va.
L' unico pericolo che trovi a quell' ora sulla strada per Cortina sono i Cervi, ad Erto è meglio stare all' occhio, te li trovi davanti alla macchina, sembra che ti dicano: "ma devi proprio passare di qua?". Arrivo a Cortina, prendo la strada per il Passo Falzarego, arrivato all' imbocco, a destra, della stradina del Rifugio Di Bona, 2.089m, svolto e comincio a salire. Anche questa è un' incognita, la neve rimane nella strada fino a stagione inoltrata, comunque salgo, trovo solo alcune chiazze, in breve arrivo al Di Bona, le auto già arrivate sono una quindicina, alle 06:00 parto con gli sci ai piedi, davanti a me 5/6 persone.
Sopra il rifugio, il pendio è molto aperto, mano a mano che si sale ci si avvicina al canale un po' più ripido che porta all' ex Rifugio Cantore. Per la progressione nessun problema, neve assestata e dura ma non servono i rampant, in breve esco dal canale e supero i vari ruderi del Cantore, scatto qualche foto dal buco nella roccia verso la Val Travenanzes e riparto verso la spalla  della Tofana. Qui la pendenza aumenta, la prima parte del pendio, dove non arriva il sole, presenta neve molto dura, non bastasse sono scese numerose valanghe di superficie, decido di andare avanti senza rampant, anche perchè per gli attacchi che sto usando non li ho. Supero questo tratto con qualche acrobazia e vado oltre, in breve arriva il sole e subito dopo sono sulla spalla, una breve pausa è d' obbligo. Qui il versante cambia esposizione, per arrivare sulla cima il manto nevoso è completamente ghiacciato, la pendenza aumenta e l' esposizione è notevole, tolgo gli sci, calzo i ramponi e salgo l' ultimo pendio. Le nuvole vanno e vengono, fino a qui il sole ha tenuto ma so che non durerà, approfitto per scattare diverse foto della salita, la Croce di Vetta si avvicina, devo dire non senza sforzo, probabilmente la quota fa un po' il suo effetto, sono in vetta della Tofana di Rozes.
Davanti a me 3 ragazzi, ci salutiamo, foto di rito ma tutti si preparano per la discesa, arrivano le nuvole, questa volta non sono passeggere, dopo 30 min di attesa, nella vana speranza che se ne vadano, decido di scendere. L' idea era di scendere dalla diretta di Punta Marietta ma la scarsa visibilità e le condizioni pessime della neve mi hanno fatto cambiare idea. Anche gli altri scialpinisti non attendono oltre, partiamo con gli sci ai piedi dalla cima, leggera derapata e via la prima saltata, poi una seconda e così via, uno sguardo indietro e vedo che gli altri optano per una lunga derapata controllata. In effetti la neve ghiacciata del pendio sommitale non dava molta sicurezza, in breve mi affaccio al versante nord, le nuvole hanno avvolto completamente la Tofana, attendo qualche minuto, mi sposto leggermente verso una lingua vergine che avevo intravisto in salita. Il tempo mi concede alcuni minuti di buona visibilità ed io mi fiondo giù con alcune belle curve, in pochissimo sono al Cantore, purtroppo la neve fino a qui è composta da polenta mista a svalangamenti vari. Il canale sotto il rifugio non è da meno, neve con crosta mista a pappa, in qualche maniera scendo tenendomi verso destra, dove il solo ha trasformato, purtroppo il Di Bona si staglia davanti a me e segna la fine di questa gita. Sono le 10:00 e scatto qualche foto divertente di fronte al Rifugio Di Bona.
L' attrezzatura che ho usato è composta dagli sci Volk Amaruk montati con il nuovissimo attacco della Marker Tour F10, attrezzatura che sto testando da un po' di tempo. A breve la relazione dei materiali usati, intanto posso dire che continuo ad avere ottime sensazioni dall' uso di questi sci ed attacchi. 
Grava Renzo

 

Cresta del ressetum 2.067m

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La salita al Ressetum con gli sci è una classicissima di Claut, partenza doverosa al Pian del Muscol, circa 4 km dopo l' abitato, frazione di Lesis, circa 1.400m di dislivello, prima abbastanza monotona attraverso un bosco di faggi, poi a mano a mano che si sale il bosco dirada fino ad arrivare al pascolo ed in breve alla casera Pradut. Per salire ci sono due possibilità, seguire la strada forestale oppure la comoda mulattiera segnata con bollini Cai, entrambi partono subito dopo il pargheggio di Pian del Muscol.La casera è gestita in inverno e diventa un buon posto per mangiare una pasta o fare una pausa, da citare inoltre, il servizio navetta con il gatto delle nevi che porta fino in casera, per info sentire il gestore della casera, Danilo.

 

Forcella del Pedole 1.943m

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Il solito gruppetto di amici ha deciso di entrare in Val Settimana, l' idea è quella di salire a Casera Senons e fare Forcella del Pedole, mi aggrego. Percorriamo la Val Settimana in fuoristrada cercando di evitare i numerosi sassi caduti in strada durante l' inverno, arrivati in Pussa,  si possono percorrere ancora un paio di km verso Casera Senons, divieto di transito. Lasciate le auto, risaliamo per circa 1/2 ora con gli sci nello zaino, trovata la prima lingua di neve calziamo gli sci ed in breve siamo al pascolo della casera.

 

Col Nudo 2.471m

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Col Nudo, ma in Clautano si dice "Magor", è la montagna che vedo tutte le mattine da casa, verso Claut dà il meglio di sè con una gigantesca parete rocciosa che va dritta nel "Ciadin de Magor". Dal versante dell' Alpago è molto dolce, i pendii abbastanza sostenuti ma il tutto molto sciabile, è questo il versante che abbiamo salito sabato 10 Aprile 2010. Da dove abbiamo lasciato l' auto si cammina circa 1/2 ora, praticamente si risale il sentiero estivo fino al limitare del bosco, qui si calzano gli sci, siamo partiti tardi erano circa le 08:00.

 

Piz Boè 3.152 m

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Era il 28 Giugno 2009, l' anno scorso ma lo sappiamo tutti che è stato un inverno ricco di nevicate, così mentre molti scialpinisti si dedicavano alla roccia, io mi divertivo a salire la Val de Mesdì per raggiungere la cima del Piz Boè. La stagione era veramente avanti, arrivo che è ancora buio pesto a Colfosco,

 

Antelao 3 Maggio 2009

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Partiti con gli sci ai piedi appena sopra l'arrivo delle piste a San Vito di cadore, risalite le piste fino alla stazione di partenza, da qui per perdii sempre più ripidi fino a Forcella Piccola, neve trasformata e abbastanza ghiacciata, data anche l' ora di partenza, 06:00, quasi da rampant.

 
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