Guarda le foto di questa relazione nell'album Fitweel 01/12/2012
prima uscita dell'anno, partenza ed arrivo in Marmolada.
Il passo Fedaia è chiuso, ma il pandino và sù che è un piacere e nemmeno me ne accorgo che arrivo al passo. Salgo da lì e la meta è Punta Rocca, causa i gatti che lavorano con i cavi a 200mt dall'arrivo mi fanno girare i tacchi e scendere. Poco male tanto tra la zero visibilità dovuta alle nuvole e un pericolo valanghe da paura, la discesa non sarebbe cmq stata una meraviglia.
Ed ora veniamo agli scarponi.
A chi interessa un vero e proprio test fatto da ragazzi che "viaggiano" consiglio di leggere qui: http://www.splitboard.it/forum/viewtopic.php?f=13&t=1566
Per chi si accontenta dello snowboarder casalingo potete proseguire.
E' ovvio che trattasi di una prima uscita e pure facile quindi non può che essere una prima sensazione da approfondire, però direi che ci siamo. Oltretutto considerando che l'anno scorso ho utilizzato gli Spark Deluxe (primo modello sul mercato specifico per lo snowboard alpinismo) riuscirò a fare un paragone.
La ditta è italiana, non significherà nulla ma per me è importante, oltretutto l'artigianalità del prodotto si vede tutta e dà un valore aggiunto non di poco conto.
Lo scarpone è per rider seri e non schizzinosi, già alla prima calzata si nota subito di cosa si stà parlando. Scafo quasi d'acciaio che per piegarsi necessità di una bella forza, il che sulla neve si traduce in sostegno e tenuta di spigolo, qualità essenziali quando si scia. Ho fatto troppo pochi traversi per capire se aiutano e quanto, ma credo che funzionino bene pure lì.
La qualità maggiore è il limitato ingombro dello scarpone nella zona del polpaccio, finalmente non si avrà più la sensazione di andare in giro con i moon boot e sarà possibile anche per gli snowboarder comprare pantaloni di taglie normali e non sembrare dei pagliacci sulle piste. Lode alla scelta controtendenza di tornare ai lacci ed evitare tutte quelle procherie semiautomatiche che poi si smollano e ti lasciano lo scarpone semi aperto.
Buona l'idea del blocca lacci anche se oltre a quello previsto sul collo ne avrei aggiunto uno anche nello scafo superiore (magari il penultimo). Ci si sarebbe messo più tempo ad allacciarli la prima volta ma poi rimarrebbero chiusi quasi ermeticamente. Sempre la parte alta l'avrei fatta un po' più alta (mia fisima) così da aggiungere uno strap (utilissimo).
La parte della scarpa è fenomenale, d'altronde fitweel le scarpe le fà proprio bene (di loro ho già gli scarponi d'alta montagna e delle scarpe di avvicinamento). La suola in vibram è bella dura e permetterà un passo sicuro con e senza ramponi: gli inserti di membrana esterna ricoprono le zone delicate proteggendole da acqua, neve ed usura.
Non sò come hanno fatto ma tutta questa struttura permette ancora una buona trasmissione delle vibrazioni tavola/terreno in discesa, fondamentali per una surfata di qualità. Certamente tutta questa rigidità cataloga il FITWEEL BACKCOUNTRY come uno scarpone molto tecnico e non facile. Sconsigliato per principianti e per chi soffre di freddo ai piedi.
Sù quest'ultimo punto ci sono però tutti i ma del caso. Nel senso che se si cerca la precisione, sopratutto in salita, magari con i ramponi e le picche, la scarpetta interna necessariamente non può essere una roba gigantesca e quindi inevitabilmente scalda un po meno e le dita sono più vicine allo scafo. Però trovo sia giusto così altrimenti si torna a quelle schifezze che per anni ci è toccato chiamare scarponi.
Quindi prima sensazione ottima, ora si spera in una stagione ricca per poterlo testare in altre situazioni ben più tecniche.
ciao
nicola
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