Guarda le foto di questa relazione nell'album mondeval
05/01/2012 - mondeval
pericolo valanghe 3 in dolomiti, penso tra me e me "ma cavolo non c'è neve??", cmq mi fido ciecamente degli esperti che stilano i bollettini e quindi cambio piano: invece della solitaria verso forcella del nevaio (con giro fino al fonda savio) mi metto d'accordo con Mario e Giovanni che sono già a Santa Fosca e mi propongono una gitarella tranquilla sul Mondeval.
Accetto di buon grado anche se penso che non troveremo granchè ed in fondo la giornata sarà bella più per la compagnia che la sciata.
Ci troviamo veramente troppo presto per un'uscita del genere (alle 7am), tocca perdere un po' di tempo per caffè e brioches per aspettare un barlume di alba che permetta di vederci qualcosa.
Partiamo dall'itinerario classico, dopo la baita flora alpina sulla dx (verso pescul), la prima parte è una lunga strada forestale completamente innevata ed un po' ghiacciata con alcuni sali scendi. Poi dopo un ponte si svolta a destra entrando in un bosco rado per proseguire fino alla malga mondeval di sotto. L'itinerario ci farebbe proseguire fino a guadare il torrente per poi risalire sul versante opposto fino alla casera mondeval di sopra.
Io e Mario guardiamo a destra e vediamo proprio un bel canalino:
il canale da sotto
il canale da sopra
ora dimmi come fai a dirgli di no, è venuto spontaneo ad entrambi ed abbiamo lasciato la via classica. subito dietro di noi un gruppo di skialp forti con passo veloce hanno attaccato un altro canale, più largo ed invitante più a destra del nostro.
abbiamo così risalito il pendio a sud-est, che aveva già abbondantemente scaricato, per arrivare a quello che pensavamo un canalino appoggiato. bhè insomma tanto appoggiato non era, ma la sorpresa maggiore è stata all'uscita: l'intero versante nord (tutto in ombra) aveva conservato perfettamente una polvere di riporto che, nononostante il vento, non aveva ancora creato lastroni.
in poco tempo ci beviamo gli ultimi 300mt che ci separano dalla cima già pregustandoci quel ben di dio. il gruppetto di skialp davanti a noi parte prima ma si tiene ai limiti della zona vergine. noi dopo esserci rifocillati in cima seguiamo il filo di cresta (duretto) fino ad arrivare sulla perpendicolare di quella zona magnifica e poi giù dritti come missili. la splitboard a raggio lunghissimo alza il "naso" fino al secondo attacco, è proprio una goduria ma non finisce qui. Essendo partito più a destra mi trovo abbastanza vicino alla cresta e quindi da qui si ha una bel pendio con una pendenza tutt'altro da sottovalutare ma con neve fantastica, oltretutto alla fine c'è l'inbocco del canale di salita che però rimane cieco in quanto svolta deciso verso destra.
o mamma mia che bello... tiro una linea dritta, evito qualche sasso, ed entro nel canale con una curva secca. qui si passa dall'ombra alla luce e la neve cambia immediatamente, mi lascio portare da un piccolo dosso al centro del canale e qui lascio di nuovo andare la tavola, due curve rapide e sono fuori dal canale con una gioia dentro che esce fuori con un urlo che solo chi scia sà cosa significa. poi prendo la macchina e faccio un video (nemmeno troppo bello) a Mario e Giovanni alle prese con il canale.
Il resto è cronaca di un rientro per neve che va dà un firn di inizio gennaio (assurdo, assurdo) a crosta a cemento sulla stradina.
Arriviamo alla macchina tutti e tre con i soliti sorrisi da ebeti, mai mi sarei aspettato una giornata del genere. Variante azzeccata e neve incredibile, almeno in alto.
Poi si va a mangiare un'ottima cassoela da Mario con tanto di vinello e compagnia bellissima di una famiglia vermente allargata e numerosa.
ai prossimi progetti.
saluti
nicola
Guarda le foto di questa relazione nell'album mojstrovka
30/12/2012 - Parete Nord Mojstrovka - Hanzova pot
giovedì sera mi chiama Massimo (guida inmont) e mi propone una salita invernale lungo una parete nord. l'itinerario è quello della hanzova pot, ferrata estiva, che porta sulla spalla della Mojstrovka.
ovviamente accetto dopo averci ben riflettuto (circa 30 secondi).
l'ambiente è grandioso ed incomincio a pensare che sarebbe anche ora di dimenticare per un attimo le dolomiti per scoprire che ci sono anche altre montagne. dire che una è più bella di un'altra mi sembra una sciocchezza ma di sicuro qui è tutto più selvaggio su questo nessun dubbio. a parte un paio di persona al passo vrkic per il resto siamo soli su questa parete.
la salita sarà molto più difficile tecnicamente di quello che ci si aspettava.
la neve non si è indurita e la scaldata degli ultimi giorni ha solo creato una sottilissima crosta da rigelo inconsistente sotto i ramponi. il cavo è quasi sempre completamente sommerso.
ci mettiamo 5 ore per sbucare sulla spalla ed attraversando rampe, canali e sopratutto alcuni traversi adrenalici.
tutto bellissimo, montagna reale, niente di addomesticato, non vedo l'ora di ritornare anche perchè il versante da cui siamo scesi non solo è sciabile ma ha svelato l'ultimo pezzo di salita per la cima con un intrigante canale, ideale per la splitboard.
compari avvisati...
saluti
nicola
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22/12/2012 - Misurina - forcella degli angeli
la voglia non manca e quindi parto da solo (renzo lavora, davide deve rientrare presto, samu no, etc etc).
la zona è tranquilla, ci sono già stato un paio di volte, e considerato che sembra l'unico luogo delle dolomiti dove la neve è decente, credo non sarà nemmeno l'ultimo.
le foto fanno schifo (sono quelle del mio cellulare) ma il luogo è sempre bello.
per fortuna ho scelto sabato e non domenica (prevista una gara di superscialpinisti), ovviamente ci sono già un po' di tracce, la zona è frequentata ma stranamente nessuno (o quasi: solo 2 davanti a me e 2 che mi seguono) sceglie forcella degli angeli.
dovrebbe essere una di quelli più in piedi tra le tante dei cadini.
arrivato nel cadino della neve, mi dirigo sotto il conoide e per un attimo si intravede lasù la meta. la giornata è bellissima.
inzio a salire con varie inversioni finchè a metà canale smonto tutto e vado sù dritto per dritto. è un po' faticoso perchè in alcuni punti la neve è abbondante e non regge, ma la scelta è giusta. I fitweel anche senza ramponi vanno benissimo a scalettare anche nella neve compatta. la punta rinforzata fà ottimamente il suo lavoro ed a giornata finita nemmeno un graffio sulla tomaia.
mi ripeterò ma queste forcelle sono meravigliose e ad un passo dalle cime, credo sia questa la loro più bella qualità. sull'altro versante si vede il mondo, qualcosa riconosco qualcosa no. mi preparo per la discesa e i due che seguivano se la fanno insieme a me.
è vero il canale è pendente e stettino nella prima parte, la neve non è la migliore ma la discesa alla fine non è poi coì difficile. ci vogliono un po' di gambe e tecnica quella sì.
all'uscita vado tutto a sinistra, evito il passaggio centrale ravanifico del cadino e riesco (grazie ai due local) a ricongiungermi con la pista per il rientro.
bella salita, bella discesa, bel posto e rientro in orario di tutto rispetto con ancora il pomeriggio a disposizione per finire i regali di natale.
1. forcella della neve
2. forcella pogoffa
3. forcella degli angeli
saluti
nicola
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08/12/2012. io e samuele.
la voglia di uscire è tanta anche se il meteo è avverso. la sera ci mettiamo d'accordo per andare in Palantina, ma ben presto le mega rervisioni di nevicate in FVG si dissolvono e così arrivati in autostrada all'uscita per l'alpago tiriamo dritto.
A Misurina sono andato giovedì, propongo i versanti nord del Pelmo che dovrebbero tenere bene la neve e non essere troppo alti (così da evitare l'effetto vista zero dato dalle nuvole).
Andata per il Pelmo. Andiamo oltre il passo Staulanza e scendiamo per qualche tornante, parcheggiamo e si parte.
La visibilità è buona, ovvio il cielo non è luminoso ma va tutto bene, in alto si vede però che il vento stà lavorando parecchio.
La prima parte del ghiaione immenso è bella e ben coperta, i sassi sono un po' dei funghi ricoperti, inziamo a salire e dobbiamo battere traccia. Al momento siamo i soli in questo posto. L'ambiente è straodinario ed il Pelmo è immenso, anche se l'entrata dal ghiaione lo rende più avvicinabile e quindi incute lievemente meno timore.
Decidiamo di salire privilegiando il lato sinistro portandoci quindi verso alcune rocce.
Tutta la zona è già stata spazzata dalle valanghe su cui poi è nevicato sopra, il problema è che il vento ci stà dando dentro e persino nel ghiaione ha già creato delle lastre di tutto rispetto.
Salito il primo risalto arriviamo a ridosso delle forcelle e scegliamo quella più a destra (forca di croda rossa). Da sotto è magnifica, proprio bella. Iniziamo a salire e la neve cambia drasticamente: il cono in uscita dalla forcella si presenta delimitato ai lati da due lastre ghiacciate mentre nella parte interna sopra ad uno strato sofficie ed inconsistente ci sono dei serissimi lastroni da vento di spessore variabile ma non certo trascurabile. Già salendo si rompono e la sensazione non è buona. Guardando in alto sembrerebbe che un'idea di cornice si sia fatta.
Decidiamo di proseguire ancora un po' stando ben distanti, ma arrivati proprio sotto le rocce dove il canale si stringe (mancheranno un 100/150 mt) i lastroni e il vento che nel frattempo è aumentato ci cosigliano di scendere che in fondo la gioonata ce l'hanno già regalata. Nessuno può dire se abbiamo avuto ragione, ma stà di fatto che entrare in quel mirino naturale lungo 250mt con neve non consolidata... bhà... continua a non piacermi nemmeno l'idea.
La discesa non è stata delle migliori. In alto la neve è stata molto rovinata dal vento e la visibilità era brutta. L'assenza di luce rendeva impossibile capire l'andamento del terreno. Arrivati poi nella seconda parte del ghiaione però qualche soddisfazione ce la siamo tolti. La sciata in mezzo ai sassoni era divertente ed i cambi di neve costringevano a lavorare sulla sensibilità.
Arrivati alla macchina alla buon ora, al ritorno ci siamo fermati all'Insonnia.
SCARPONI BACKCOUNTRY FITWEEL:
oggi lo scarpone si è comportato ottimamente. Ci sono state parecchie diagonali in cui la presa di spigolo era indispensabile per stare in piedi e non scivolare, e lo scarpone aiutava ad una trasmissione sicura delle forze. Il freddo non ha dato fastidio ed in discesa nonostante i cambi repentini del manto nevoso la trasmissione delle sensazioni è stata migliore (più probabile che mi stia abituando al diverso materiale).
L'ingombro minore rispetto ad altri scarponi è una marcia in più non di poco conto. Il piede, lo stinco e la caviglia sono subito vicini all'attacco e quindi l'impulso ci metta poco a diventare movimento (con i pro e contro del caso ma qui semmai è colpa del rider).
saluti
nicola
06/12/2012. San Nicola.
Decido che per il mio onomastico mi faccio un regalo: rubo una giornata all'ufficio e me ne vado in montagna.
Per fortuna un paio di amici assecondano la mia scelta e così si parte per misurina.
A parte alcuni doppi sensi assurdi, non voluti, mentre faciamo colazione il viaggio prosegue bene e come al solito il mistero della valle di Misurina anche quest'anno si ripropone.
Questo posto è benedetto dal dio della neve e se da altre parti ce n'è poca o bruttina, qui è abbondante e di super qualità.
Saliamo per la vecchia pista verso la conca della neve, poi ci dirigiamo verso la forcella della neve. Arrivati al masso in mezzo alla conca puntiamo a destra verso forcella Pogoffa, ci sono un paio di persone davanti a noi e così ci mettiamo in traccia. Per la splitboard è un po' un eufemismo visto che a malapena in traccia mi ci stà solo un asse, ma cmq tutto fà brodo ed invece di battere ex novo tutto sommato aiuta.
Dove il terreno diventa più pendente ai miei due amici si staccano le pelli. Oggi fà un freddo della madonna (-14 in partenza ed almeno -20 in forcella) e di riattaccarle non se ne parla. Uno si ferma a 100mt dalla meta mentre l'altro stoico carica gli sci sullo zaino e prosegue a piedi (sprofondando di tanto in tanto).
Gli ultimi 10mt stacco anch'io e li faccio più rapidamente sulla massima pendenza scalettando con gli scarponi.
La forcella è proprio bella è ad un passo dalle cime, particolarità di pregio di questi posti.
Mentre stò salendo incontro i due sciatori che ci precedevano che ovviamente mi fanno notare che loro avevano battuto traccia... non sò perchè ogni volta stà storia... lo dico apertamente "andare in montagna non è una gara" e quindi chissenefrega... non volevi battere bastava ti fermassi ed andavo avanti, cmq grazie e arrivederci.
In forcella ci raggiungono altre due persone molto simpatiche che poi si godranno insieme a noi una discesa con urletti. La discesa nella parte alta è splendida, polvere su fondo solido, non si può ancora mollare tutto perchè le asperità non si vedono ma si sentono però è una goduria. Gioco un po' con qualche grossa roccia che crea dei micro canali e stranamente quando esco sullo spazio aperto questa volta prediligo una serpentina abbastanza sul dritto rispetto alle mie solite curvone.
Il rientro avviene per la vecchia pista ormai maciullata ma cmq divertente.
Arrivato in parcheggio saluto gli amici, mangio un boccone e vado ad aiutare Renzo e Davide che accanto allo Chalet stanno costruendo gli igloo (molto divertente e tonificante lo consiglio a tutti).
SCARPONI BACKCOUNTRY FITWEEL:
questa volta le condizioni erano durette, il freddo era parecchio pungente e tutto sommato temevo che un limite di questi scarponi venisse in evidenza. Invece nonostante una scarpetta interna sottile il freddo è stato ben sopportato e non ho mai avuto le dite informicolate o doloranti. Certo non stavano caldissime ma in fondo siamo sempre in montagna. In discesa su neve così divertente l'estrema rigidità della scafo non aiuta, ed effettivamente quello che si guadagna in stabilità, equilibrio e precisione un filo si perde in sensibilità su terreni molto morbidi. Poco male credo che con un po' di utilizzi e in caso di terreno duro o ghiacciato si dimenticheranno in fretta queste piccole inezie.
Scalettando con la punta in salita sulla neve durissima sono andati che era un piacere, mai una scivolata ed anche nei traversi la presa di spigolo è molto più aggressiva con conseguente maggiore equilibrio e conservazione delle energie mentali e corporee.
alla prossima
nicola
Guarda le foto di questa relazione nell'album Fitweel 01/12/2012
prima uscita dell'anno, partenza ed arrivo in Marmolada.
Il passo Fedaia è chiuso, ma il pandino và sù che è un piacere e nemmeno me ne accorgo che arrivo al passo. Salgo da lì e la meta è Punta Rocca, causa i gatti che lavorano con i cavi a 200mt dall'arrivo mi fanno girare i tacchi e scendere. Poco male tanto tra la zero visibilità dovuta alle nuvole e un pericolo valanghe da paura, la discesa non sarebbe cmq stata una meraviglia.
Ed ora veniamo agli scarponi.
A chi interessa un vero e proprio test fatto da ragazzi che "viaggiano" consiglio di leggere qui: http://www.splitboard.it/forum/viewtopic.php?f=13&t=1566
Per chi si accontenta dello snowboarder casalingo potete proseguire.
E' ovvio che trattasi di una prima uscita e pure facile quindi non può che essere una prima sensazione da approfondire, però direi che ci siamo. Oltretutto considerando che l'anno scorso ho utilizzato gli Spark Deluxe (primo modello sul mercato specifico per lo snowboard alpinismo) riuscirò a fare un paragone.
La ditta è italiana, non significherà nulla ma per me è importante, oltretutto l'artigianalità del prodotto si vede tutta e dà un valore aggiunto non di poco conto.
Lo scarpone è per rider seri e non schizzinosi, già alla prima calzata si nota subito di cosa si stà parlando. Scafo quasi d'acciaio che per piegarsi necessità di una bella forza, il che sulla neve si traduce in sostegno e tenuta di spigolo, qualità essenziali quando si scia. Ho fatto troppo pochi traversi per capire se aiutano e quanto, ma credo che funzionino bene pure lì.
La qualità maggiore è il limitato ingombro dello scarpone nella zona del polpaccio, finalmente non si avrà più la sensazione di andare in giro con i moon boot e sarà possibile anche per gli snowboarder comprare pantaloni di taglie normali e non sembrare dei pagliacci sulle piste. Lode alla scelta controtendenza di tornare ai lacci ed evitare tutte quelle procherie semiautomatiche che poi si smollano e ti lasciano lo scarpone semi aperto.
Buona l'idea del blocca lacci anche se oltre a quello previsto sul collo ne avrei aggiunto uno anche nello scafo superiore (magari il penultimo). Ci si sarebbe messo più tempo ad allacciarli la prima volta ma poi rimarrebbero chiusi quasi ermeticamente. Sempre la parte alta l'avrei fatta un po' più alta (mia fisima) così da aggiungere uno strap (utilissimo).
La parte della scarpa è fenomenale, d'altronde fitweel le scarpe le fà proprio bene (di loro ho già gli scarponi d'alta montagna e delle scarpe di avvicinamento). La suola in vibram è bella dura e permetterà un passo sicuro con e senza ramponi: gli inserti di membrana esterna ricoprono le zone delicate proteggendole da acqua, neve ed usura.
Non sò come hanno fatto ma tutta questa struttura permette ancora una buona trasmissione delle vibrazioni tavola/terreno in discesa, fondamentali per una surfata di qualità. Certamente tutta questa rigidità cataloga il FITWEEL BACKCOUNTRY come uno scarpone molto tecnico e non facile. Sconsigliato per principianti e per chi soffre di freddo ai piedi.
Sù quest'ultimo punto ci sono però tutti i ma del caso. Nel senso che se si cerca la precisione, sopratutto in salita, magari con i ramponi e le picche, la scarpetta interna necessariamente non può essere una roba gigantesca e quindi inevitabilmente scalda un po meno e le dita sono più vicine allo scafo. Però trovo sia giusto così altrimenti si torna a quelle schifezze che per anni ci è toccato chiamare scarponi.
Quindi prima sensazione ottima, ora si spera in una stagione ricca per poterlo testare in altre situazioni ben più tecniche.
ciao
nicola
01/11/2012. in cima al ciastelat.
alla faccia delle previsioni e degli amici di pordenone che ci dicevano che ieri era bellissimo in città.
io e mario partiamo alla volta dell'alpago, l'idea iniziale era una prima sciata in marmolada ma in fondo di finire nelle nuvole veneto-trentine per una sciata con mille mila tutine non ci andava molto. così alla prima parolina magica "cresta?" ci siamo subito intesi.
partenza non troppo presto, tanto non serve. alle 8.30 siamo alla sbarra di col indes per iniziare a camminare. l'itinerario è quello conosciuto: salita in cima vacche per il sentiero prima nel bosco e poi in cresta.
una prima orripilante sorpresa la troviamo sul sentiero nel bosco. per lavori dovuti alla prevenzione inciendio la cresta di cima vacche (la parte boschiva) è stata letteralmente arata da un trattore e tagliati tutti gli alberi in una fascia di larghezza di non meno di quattro metri.
speriamo funzioni questa prevenzione, ammetto non sò nulla, ma il risultato ambientale è allucinante: un'autostrada al posto del solito sentiero e una sorta di terreno paltano/sabbie mobili dovuto al cedimento del terreno per effetto della salita dei trattori.
proseguiamo oltre al bosco ed incontriamo la prima neve.abbastanza pesante, umida e con essa le prime fitte nuvole. "tanto dovrebbe schiarire" così dicevano le previsioni, in realtà capiamo ben presto che è l'effetto dell'umidità di risalita data dal caldo della giornata e quindi senza vento non passerà proprio un bel niente.
prima di arrivare in cima inzia a nevischiare, visibilità sui 20mt. nessuno di noi due è un super esperto ma avevamo voglia di buttarci su questa cresta, vicino al bastone di vetta ci rassicuriamo con due parole:
nicola: "andiamo?"
mario: "andiamo"
perfetto non serviva altro, organizziamo una conserva corta e partiamo sul filo di cresta.
la parte più tecnica sono tre punti delicati da cima vacche alla forcella prima del ciastelat (una risalita verticale di una decina di metri, due discese adrenaliche ma corte ed una risalita un po' più lunga 25mt ca con breve traverso di un canalino), il resto è una magnifica camminata su una lunga cresta, più o meno affilita a seconda dei punti, con parecchi sù e giù.
nonostante il tempo non ci desse un attimo di tregua abbiamo proceduto sicuri, veloci e tranquilli e questo ci ha fatto godere un sacco della nostra giornata.
arrivati in cima al guslon ci siamo slegati e siamo scesi fino alla stradina per il rientro tramite la nigonella. ovviamente appena lasciata la cima il cielo si è aperto.... quota neve approssimativa 1.800mt. la discesa è stata un po' faticosa perchè sui quei versanti il guslon è bello carico e si sfondava che è un piacere.
bhè che dire, per me neve, cornici, arrampicata sul misto, cresta, conserva, picca e ramponi sono la miglior traduzione della parola montagna.
l'affiatamento della cordata è perfetto ora non rimane che scegliere il prossimo obiettivo.
saluti
nicola
Guarda le foto di questa relazione nell'album Stubai
eheheheh.... test Black Diamond a Stubai. nella foto l'atleta di punta ed ho già detto tutto.
cosa ci fà uno snobordista con splitboard ad un test di sci in pista vi chiederete voi?
la domanda è corretta e la risposta è una sola: un enorme ed avida voglia di neve.
solo questo spiega 10 ore di viaggio (andata e ritorno) per 5 ore di sciata.
per la cronaca alzato alle 3.30 rientrato a casa alle 21.40. mia moglie alla mattina mi ha chiesto "rientri tardi?", ed io "noooooo".
comunque stubai è veramente bella e la neve c'era, peccato che i crepacci fossero un pò troppo cattivelli per permettere qualcosa di serio fuori pista.
complimenti a Black Diamond per la scelta del suo rappresentante (guida e maestro di sci nonchè alpinista) questo dimostra che la serietà della ditta che invece di avere dei semplici venditori si circonda di gente che fà e non parla e basta.
per il resto è semplice cronaca di una giornata di sci e quindi tanto vale guardare le foto e leggere l'analisi tecnica sui materiali di Renzo.
saluti
nicola
Guarda le foto di questa relazione nell'album Paklenica
OTTOBRE 2012 - PAKLENICA (http://www.paklenica.hr/paklenica_en/index_en.html)
Organizzazione targata InMont ed anche stavolta tutto eccezionale.
Non conoscevo assolutamente la zona e giusto un paio di giorni prima mi sono detto "5gg consecutivi a scalare ma quando mi ricapita".
Immerso nelle splendide montagne di Claut, l'Hotel Miramonti è il punto di partenza ideale per le vostre escursioni all' interno delle Dolomiti Friulane. Leggi
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