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apr 26

Cima dei Preti con gli sci

nicos Inviato da: nicos in Relazioni - Scialpinismo | Commenti (4)
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Aprile 2011

 Arriva Giulio in negozio, ha qualche giorno di ferie, mi chiede se ho visto che hanno fatto la Cima dei Preti con gli sci, gli rispondo di si, si tratta di un ragazzo che conosco. Ci guardiamo e decidiamo di salire il giorno dopo, in realtà era qualche giorno che meditavo questa salita, l’ amico Bruno, che sta facendo il corso guida, pubblicando la salita su Over The Top, mi ha dato lo stimolo giusto, e devo dire che per queste cose, Giulio è il compagno ideale, praticamente un camoscio giovane ed entusiasta.

 

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apr 11

Forca De La Val - Gruppo del Montasio - 09 Aprile 2011

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FORCA DE LA VAL - 9 aprile 2011

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forca de la val

Partenza ore 5.30 da Pordenone, siamo in due (io e massimiliano).
Era da un po' che volevo fare questa uscita e così nonostante alcuni dubbi sull'innevamento ho accettato con piacere la proposta. Inoltre un amico finanziere di massimiliano lo aveva assicurato che la neve c'era anche a quota bassa. Io ho qualche dubbio infatti provo in viaggio a proporgli la "lavinal de l'orso" con esposizione a nord, ma le altissime temperature ci fanno propendere per un itinerario più sicuro a sud.
Superati gli impianti di sella nevea si parcheggia a fianco della caserma della guardia di finanza ai piedi di un pista con impianti ormai in disuso.
L'itinerario classico prevede la risalita della pista ed il ricongiungimento più in sù con la strada bianca che collega le malghe dell'altopiano tagliando qua e là lungo il sentiero 625 ben segnalato. Noi per non farci mancare nulla non tagliamo e saliamo la strada bianca fin dal parcheggio, i miei improperi al buon massimiliano (che stà testando del materiale super leggero), ci faranno scegliere un po' più in là di riprendere il sentiero.
Arrivati alla malga Cregnedul si prosegue sempre in direzione nord, qui ormai la vista è molto aperta nonostante ci siano ancora alberi, e bisogna andare verso la conca centrale.
A quota 1.600mt incontriamo la neve, calzo le ciaspe e via. Appena entrati nella conca a sinistra si vede evidente la forca riomoz (sul nome ho qualche dubbio) molto bella ed invitante.

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forca riomoz a sx, forca de la val a dx

Dalla conca si risale andando un po' a destra e poi superato il primo lungo pendio si devia verso sinistra portandosi sulla verticale rispetto alla forcella.
Successivamente si risale a vista fino ad un grande masso, circa a 50mt dalla forcella.
Abbiamo provato a risalire ancora un po' ma ad una trentina di metri c'era un accumulo che non aveva ancora scaricato e viste le altissime temperature abbiamo fatto dietro front, allacciato io la tavola e massimiliano gli sci.
Ahimè la discesa è durata 700mt su di un firn bellissimo, forse per gli sci quasi al limite del galleggiamento.
Subito sotto la forcella la pendenza è sostenuta (45°) ma il pendio è molto aperto e poi diventa subito un po' più dolce, anche se fino alla conca la pendenza è comunque interessante.
Il bosco non sò dirvi se è sciabile o meno in quanto non c'era neve, a vederlo è abbastanza fitto e quindi in caso di innevamento credo sia consigliabile seguire la strada bianca.

La giornata è stata caldissima e questo ha influito anche sulla nostra velocità in salita, nonostante sulla carta il dislivello sembri abbordabilissimo (1.150mt), lo sviluppo è duretto e la gita non credo sia proprio alla portata di tutti (snoboarder parlando). Oltretutto con il caldo estivo ci si cuoce dalle prime luci dell'alba fino al ritorno quindi per la prossima volta mi ricorderò di portare un bel po' di acqua in più.
Anche se la neve inziava da molto in alto l'uscita è stata magnifica. L'ambiente è severissimo ed incute rispetto reverenziale, nonostante il sole aiuti l'umure, queste montagne sono al tempo stesso affascinanti ma tenebrose. Non appena si emerge dalla quota bosco tutto appare verticale e stretto.

A parere mio le giulie la danno "a bere" anche alle più vanesie dolomiti.

saluti
nicola

apr 04

Forcella dal Clamorces-Val Culea Gruppo del Sella

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mar 31

monte TREMOL 26/03/2011

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monte Tremol (2.000 mt circa), sabato 26/03/2011



Sento Massimiliano e gli propongo la Palantina, lui mi dice che a mezzogiorno dev'essere a casa e non c'è tempo per fare il giro da Tambre così mi propone il Tremol. Va bhè mi dico non l'ho mai fatto ed una giornatina tranquilla mi va più che bene.
Alle 8.30 siamo pronti nel piazzale di Piancavallo ed iniziamo a risalire la pista, la cosa non mi fa impazzire, però tutto sommato l'alternativa era la poltrona di casa e così mi adatto di buon grado.
Massimiliano dice di muoverci per uscire velocemente dalla pista prima che quelli degli impianti vengano a prenderci. Scoprirò poi che sabato è stato il penultimo giorno e con domenica hanno chiuso la stagione, infatti l'aria che si respira è un po' quella dello svacco generale.
Ci sono giusto gli sciatori più accaniti che sfruttano la neve della prima ora e che mentre salgono dalla seggiovia commentano in modo più o meno sguaiato (ma non maleducato questa volta).
Comunqe saliamo sù diretti fino all'arrivo dell'impianto, lì giriamo a destra e prendiamo un ampio canale. Lo risaliamo e verso la fine andiamo destra per risalirne un altro che porta al ripetitore. Da qui si è sul filo di cresta che si segue fino alla cima (pezzo bellissimo).
Massimiliano con la scusa di levarsi in fretta dalla pista tiene un ritmo altissimo e così persino nella giornata tranquilla mi tocca faticare. La giornata è splendida, cielo limpido e un sole cocente. Avrò sudato almeno 7 litri e un po' rimpiango la serata precendente e quelle buone birrette con gli amici.
Sulla cresta incontriamo il corso del soccorso alpino, una ventina di ragazzi più o meno giovani sotto la guida dell'istruttore stanno facendo un po' di movimento in quota, li ammiro e li ringrazio. In fondo potrebbero farsi delle uscite in santa pace ed invece si stanno dedicando ad impare come in futuro levare dai guai il prossimo.
Dopo un'oretta e mezza siamo in cima ed inizia la discesa.
La prima parte è meravigliosa, si scia su firn, e la pendenza si fà sentire. Il pendio comunque è ampio e permette poche ma ampie e veloci curve, dopo 200mt andiamo verso destra e ci ricolleghiamo ai canali di salita.
Arrivati in pista saltino all'Arneri, 2 radler, un po' di chiacchiere e rubacchiamo la discesa in pista su neve ormai papposa (ma che cmq non disdegno).
Ero dubbioso se mettere questa giornata sul blog,  ma in fondo anche il Tremol è una montagna ed oltretutto la vista dalla cima è stata assai appagante quindi merita una piccola relazione pure lei.
saluti
nicola

mar 22

Forcella del Nevaio

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mar 21

Monte Ressetum, Claut - 12 Marzo 2011

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RESETTUM, 12 marzo 2011



Sabato 12 marzo 2011, dopo una lunga assenza dalle montagne causa intenso lavoro, riesco ad organizzarmi all'ultimo minuto con un amico del soccorso alpino: Massimiliano.
Al telefono mi propone il Resettum... accidenti, mi dico, era una delle mie mete ma per riprendere avrei preferito una gitarella un po' meno faticosa...
Sono pur sempre 1.400mt di dislivello e con uno sviluppo bello lungo (solo alla casera son 6km). Cmq non ci vuole poi tanto a convincermi, gli dico di sì e penso "se salendo scoppio mi fermerò".
Fino a casera Pradut c'ero andato in una lontana estate, il resto del tragitto mi è sconosciuto, giusto le solite cartine e qualche sparuta relazione mi aiutano e non di molto.
Partiamo alle 9.00 dal parcheggio all'inizio della forestale, quota 640 mt, non fa freddo, non c'è vento, la stradina è tutta innevata (anche se i primi 100mt sono ghiaccio vivo).
Lascio in macchina tutto quello che posso. Nello zaino solo: giacca, felpina, maschera, guanti, pala, sonda, 3 pacchetti di biscotti, 1/2 litro di thè, sacchetta mcgiver, casco, tavola e ciaspe (fino alla casera per fortuna non servirà metterle).
Sono felice ma penso che stavolta finisco con la lingua a penzoloni di fuori.
Si parte, l'itinerario segue la forestale senza tagli in mezzo al bosco, questo perchè non siamo certi dell'innevamento e Massimiliano (sciatore) non vuole rischiare il metti/togli continuo dei suoi attrezzi.
La strada è lunga e inesorabile con pendenza costante, va sempre seguita e ai pochi bivi andare verso la casera pradut (numerosi i cartelli con indicazioni).
Il tempo non è il massimo e a naso in cima non ci vedremo granchè, la neve è assai umida, direi pure fradicia, anche se ce n'è parecchia.
Dopo un'ora e mezza siamo in Casera, complimenti al gestore perchè presente anche in inverno. Pausa lunga e proseguiamo sempre verso nord seguendo la forestale, dopo un tratto pianeggiante deviare a sinistra verso il bosco (quel giorno ben tracciato).
Si tiene la cima del pradut alla sinistra e si punta verso un'ampia forcella visibile solo dopo un po'. Arrivati alla forcella ci teniamo a destra e finito il bosco scegliamo un canale che poco distante dalle crode della cima porta direttamente sulla cresta. Da fare attenzione alle forre negli ultimi 300mt di salita, molto insidiose sopratutto con scarsa visibilità.
La neve è pesante e l'ultima parte sembra non finire mai, anche se tutto sommato, arrivato in cima scopro di avere ancora un po' di energia rimasta.
Le nuvole inziano ad avvolgerci e quindi bando alle ciance e ci buttiamo giù.
I primi 300mt sono proprio belli anche se li pensavo più pendenti, arrivati in forcella la discesa nel bosco è bella tecnica, sopratutto con questa neve in cui per girare fai una fatica improba. Siamo di ritorno in Pradut dove un radler è d'obbligo (consiglio quindi di portarsi via qualche euro).
Riprendiamo la discesa deviando a sud dalla casera e lasciando la forestale alla nostra destra. dopo un primo tratto aperto siamo nel bosco ed una stradina semi pianeggiante con una neve collosa rende particolarmente lento il ricongiungimento con la forestale.
Da lì al parcheggio è una discesa semplice dove gli unici pericoli sono i sassi affioranti verso il fondo, le lastre di ghiaccio e le persone che risalgono.

Impressioni: la giornata è stata bella, divertente e piacevole. Ammetto (probabilmente attirando le ire dei blogger) che da quest'uscita mi aspettavo un po' di più. In fondo si scia molto nel bosco e nella forestale. Mentre la parte finale, secondo me la più bella, è troppo breve per giustificare uno sforzo così prolungato (almeno per me). Di sicuro la cresta finale merita di essere percorsa in lungo ed in largo, ma almeno per quello che mi riguarda, quando ci arrivi con la tavola sulla schiena non ti vien proprio voglia di spostarti parecchio. 
Discorso diverso se devo giudicarla con il cuore, anche se non abito a Claut, la ritengo una montagna di casa mia e quindi non si può che volerle bene e consigliarla a tutti o quasi.
Per gli snowboarder valgono i soliti discorsi per le uscite dai 1.000mt di dislivello in sù, avventuratevi in queste uscite se siete amanti della fatica altrimenti difficilmente arriverete in fondo. 

saluti
nicola

mar 07

Cima Val Grande (Alpago)

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gen 26

Lastoi de Formin

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gen 23

Forcella Colfreddo - Croda Rossa

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Era da un po' di tempo che continuavo a guardare la relazione di quest'uscita ed oggi finalmente si è presentata l'oppurtunità.
Un grazie speciale a due persone per la riuscita della giornata: a mia moglie che pazientemente accetta che non tutto si possa fare insieme, a Samuele (il mio amico neo guida alpina -ve lo consiglio per eventuali escursioni-) perchè ci si intende sempre.

Veniamo al tragitto:
Macchina, Cortina poi oltre verso Dobbiaco a 150mt dal passo Cimabanche si parcheggia sulla sx accanto ad una casa gialla (naturalmente non l'ho riconosciuta così sono arrivato al passo e sono tornato indietro).
Da lì (quota 1512m) attacca subito un sentiero semplice,  largo, tracciato ed infinito che si dirige prima a nord e poi a ovest fino a sotto la Creta d'Ancona.
A quota 1980m sulla dx c'è il primo grande spiazzo sgombro da alberi, lì andate verso nord entrando nel circo delle cime intorno alla Croda Rossa (che per ora non si vede).
Si sale per un pò, poi una piccola buca e davanti a voi c'è un grosso sassone, bisogna arrivare sulla destra di questo grossa formazione rocciosa a quota 2350m, poi la si aggira e si entra nella conca.
Girando lo sguardo a ovest si nota subito la forcella (l'unica sciabile), vista così uno dice pensavo peggio poi, come tutte, una volta che si inizia a salire non sembra mai finire.
Arrivati in forcella (2721m) si scende nella vallata opposta, nonostante quanto si trovi nelle relazioni, non ho poi trovato questa parte così impossibile (il primo canale). Il canale ha una buona pendenza ma è abbastanza largo e non lunghissimo.
Finito il canale la vallata si apre e dopo aver spaziato dove si vuole bisogna dirigersi al centro di essa verso un gruppo di alberi radi. Da qui cercando di perdere quota scegliere la miglior traccia possibile, occhio perchè qui qualche pericolo c'è. I tratti sono abbastanza scoscesi e a sinistra trovate un discreto dirupo.
Dopo 150mt si arriva in un divertente "toboga" nel letto del torrente ghiacciato ed innevato, da lì poi ho proseguito dritto fino al passo per poi rientrare alla macchina con una breve camminata (o se siete fortunati come lo sono stato io con un passaggio).

Veniamo alla considerazioni:
Itinerario magnifico per lo sviluppo molto lungo e vario, per la qualità della neve (e solo se siete sciatori) forse poteva valer la pena fare il giro al contrario anche se la salita dal versante est credo sia più difficile. Non fatevi ingannare dal dislivello in questa gita lo sviluppo la fa da padrona.
Consiglio questo percorso solo agli snowborders con molta esperienza e che trovino piacere a faticare parecchio. La parte finale della discesa se non si possiede un ottimo controllo della tavola diventa pericoloso ed un "inferno" che non passa mai. Se al contrario sapete dosare la velocità, curvare anche sullo stretto e vi sono avanzate un po' di gambe allora merita almeno una volta di essere fatto.
Oggi la neve del versante ovest (quello di salita) era nettamente migliore (polvere di 10cm su fondo duro) di quella a est (crostosa, con piccoli accumuli). Comunque abbiamo deciso di continuare ugualmente il giro completo invece di tornare sulla via dell'andata (la malattia dell'esploratore).
Oggi faceva parecchio freddo, per fortuna non c'era molto vento. Il mio gancio dell'attacco viste le condizioni ha deciso di spaccarsi a metà discesa così fiero del mio equipaggiamento ho tirato fuori la borsettina mcgiver (finalmente la uso) ed ho cercato di tamponare con spago e nastro americano (che con il freddo pungente non attaccava nulla). Vi lascio pensare quali siano stati i risultati.

Il paesaggio è mozzafiato e le mie foto striminzite non rendono onore a questo posto magico.

saluti Nicola

gen 08

Gruppo Croda Rossa D'Ampezzo

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