Incredibili vedute sul versante Nord delle Odle, Alopiano del Puez, Sasshonger, Gruppo del Sella e del Sassolungo, camminando per lunghi tratti sull'Alta Via delle Dolomiti nr.2, e altri sentieri, benchè ottimamente mantenuti, poco frequentati perchè siamo lontani da impianti e baite ogni secondo metro.
Partenza dalla frazione Daunei di Selva fino al Rifugio Firenze, dove di prosegue seguendo il segnavia nr.2 per il rifugio Puez. Si cammina sotto le parete strapiombanti del Monte Stevia, per sbucare dopo breve tratto di rado bosco su vasto pianoro prativo dove varebbe la pena sedersi tutto il giorno a guardare le Odle.
Arrivati al primo bivio si segue la traccia a dx e si prende a salire prima moderatamente poi dopo un breve falso piano, in maniera più ripida alla Forcella Forces de Sieles mt. 2505.
Da qui con facili passaggi su roccia e brevi tratti attrezzati ci si dirige a est su sentiero esposto, fino ad una altipiano erboso (marmotte in abbondanza), dove si gode lo spettacolo sul Gruppo del Sella. Sosta obbligata al Rifugio Puez (sui prati perchè per entrare serve l'eliminacode), e picchiata di 1000 mt. verso Selva sul sentiero nr.14, con passeggiata finale pianeggiante sui prati della Vallunga fino a Selva.
Escursione assolutamente consigliata.....
Guarda le foto di questa relazione nell'album Anello di Crodon di GIaf
Escursione ad anello abbastanza impegnativa per lunghezza e dislvello complessivo da affronatare c.ca 1.000 mt piu altri 500 c.ca per saliscendi. Il punto di partenza e dal rifugio Padova., dove inizia il sentiero 346, che sale subito in ripidamente dentro il bosco.
Guarda le foto di questa relazione nell'album Palon De La Mare
Guarda le foto di questa relazione nell'album Tofana di Rozes 3.225m
Il 1° Maggio era una di quelle giornate che non sai come vanno, la sera prima guardi il cielo ed è completamente coperto, ci pensi, non sai se mettere la sveglia oppure no. Alla fine la sveglia suona, la prima cosa che fai è quella di tirare la tendina, è buio, chiaro, sono le 04:00 ma in cielo neanche una nuvola, si va.
L' unico pericolo che trovi a quell' ora sulla strada per Cortina sono i Cervi, ad Erto è meglio stare all' occhio, te li trovi davanti alla macchina, sembra che ti dicano: "ma devi proprio passare di qua?". Arrivo a Cortina, prendo la strada per il Passo Falzarego, arrivato all' imbocco, a destra, della stradina del Rifugio Di Bona, 2.089m, svolto e comincio a salire. Anche questa è un' incognita, la neve rimane nella strada fino a stagione inoltrata, comunque salgo, trovo solo alcune chiazze, in breve arrivo al Di Bona, le auto già arrivate sono una quindicina, alle 06:00 parto con gli sci ai piedi, davanti a me 5/6 persone.
Sopra il rifugio, il pendio è molto aperto, mano a mano che si sale ci si avvicina al canale un po' più ripido che porta all' ex Rifugio Cantore. Per la progressione nessun problema, neve assestata e dura ma non servono i rampant, in breve esco dal canale e supero i vari ruderi del Cantore, scatto qualche foto dal buco nella roccia verso la Val Travenanzes e riparto verso la spalla della Tofana. Qui la pendenza aumenta, la prima parte del pendio, dove non arriva il sole, presenta neve molto dura, non bastasse sono scese numerose valanghe di superficie, decido di andare avanti senza rampant, anche perchè per gli attacchi che sto usando non li ho. Supero questo tratto con qualche acrobazia e vado oltre, in breve arriva il sole e subito dopo sono sulla spalla, una breve pausa è d' obbligo. Qui il versante cambia esposizione, per arrivare sulla cima il manto nevoso è completamente ghiacciato, la pendenza aumenta e l' esposizione è notevole, tolgo gli sci, calzo i ramponi e salgo l' ultimo pendio. Le nuvole vanno e vengono, fino a qui il sole ha tenuto ma so che non durerà, approfitto per scattare diverse foto della salita, la Croce di Vetta si avvicina, devo dire non senza sforzo, probabilmente la quota fa un po' il suo effetto, sono in vetta della Tofana di Rozes.
Davanti a me 3 ragazzi, ci salutiamo, foto di rito ma tutti si preparano per la discesa, arrivano le nuvole, questa volta non sono passeggere, dopo 30 min di attesa, nella vana speranza che se ne vadano, decido di scendere. L' idea era di scendere dalla diretta di Punta Marietta ma la scarsa visibilità e le condizioni pessime della neve mi hanno fatto cambiare idea. Anche gli altri scialpinisti non attendono oltre, partiamo con gli sci ai piedi dalla cima, leggera derapata e via la prima saltata, poi una seconda e così via, uno sguardo indietro e vedo che gli altri optano per una lunga derapata controllata. In effetti la neve ghiacciata del pendio sommitale non dava molta sicurezza, in breve mi affaccio al versante nord, le nuvole hanno avvolto completamente la Tofana, attendo qualche minuto, mi sposto leggermente verso una lingua vergine che avevo intravisto in salita. Il tempo mi concede alcuni minuti di buona visibilità ed io mi fiondo giù con alcune belle curve, in pochissimo sono al Cantore, purtroppo la neve fino a qui è composta da polenta mista a svalangamenti vari. Il canale sotto il rifugio non è da meno, neve con crosta mista a pappa, in qualche maniera scendo tenendomi verso destra, dove il solo ha trasformato, purtroppo il Di Bona si staglia davanti a me e segna la fine di questa gita. Sono le 10:00 e scatto qualche foto divertente di fronte al Rifugio Di Bona.
L' attrezzatura che ho usato è composta dagli sci Volk Amaruk montati con il nuovissimo attacco della Marker Tour F10, attrezzatura che sto testando da un po' di tempo. A breve la relazione dei materiali usati, intanto posso dire che continuo ad avere ottime sensazioni dall' uso di questi sci ed attacchi.
Grava Renzo
La ferrata Rose D' Inverno si trova a Trieste, in Val Rosandra, dall' autostrada proseguire ed uscire al paese di Basovizza, qui proseguire per la Foiba di Basovizza, andare oltre fino ad arrivare alla frazione di San Lorenzo, parcheggiare vicono alla Chiesetta di San Lorenzo.
Noi siamo partiti da Pordenone, ci siamo fermati per un caffè a Basovizza, sembrava di essere al centro del mondo, paese piccolissimo ma molto movimentato. Abbiamo proseguito per San lorenzo e parcheggiato vicino alla chiesetta, poi abbiamo seguito le info di un local, meglio lasciar perdere, in sintesi, a pochi passi dalla chiesetta, in discesa si trova una trattoria con un punto panoramico. Da qui seguire la strada che scende, passa a fianco della trattoria, in breve si arriva all' attacco della ferrata, scendendo verso destra, circa 500/600m. La ferrata si sviluppa per circa 100m, è composta da diversi tratti attrezzati, attenzione che non tutti sono collegati tra loro, ogni tanto bisogna attraversare alcune cenge senza cavo di protezione. Lo sviluppo è piacevole, mai troppo difficile, anche se esiste qualche passaggio tecnico, molto bello l' approccio alla ferrata senza l' ausilio del cavo ovvero cercare di arrampicare senza appendersi. Se cerchiamo di fare questo il tutto diventa molto bello ed il cavo lo usiamo come protezione in caso di caduta. Alla partenza abbiamo trovato un gruppo del Cai, stavano facendo un corso per bambini, subito dopo il primo tratto li abbiamo superati ma andavano molto bene, prima di arrivare alla fine abbiamo notato un altro gruppo di bambini, niente da dire qui sentono la croda nelle vene, sebbene siano al mare. In circa 2 ore siamo sulla sommità del costone, decidiamo che è troppo presto, seguiamo il sentiero in discesa ed andiamo a prendere un' altra ferrata, questa volta lo sviluppo è trasversale per quasi tutte le tratte, solo alla fine va in verticale per raggiungere la sommità. Devo dire che questa seconda ha impegnato il gruppo un po' di più della prima, causa anche la stanchezza, però alcuni passaggi non banali c' erano. Ad essere sincero non so neanche come si chiami ma non è importante, guardando bene fra gli alberi abbiamo notate che esistono diverse possibilità per salire, ci sono cavi metallici ovunque, da precisare inoltre che per tutte le salite esistono diverse vie di fuga.
Spuntino in cima per godersi il panorama e poi di nuovo in auto, ci fermiamo alla Foiba di Basovizza per dare un' occhiata, poi seguiamo il sentiero che porta alla Grotta Nera, 1 ora fra andata e ritorno per scoprire che la grotta è aperta solo la prima domenica del mese.
Auto di nuovo e via, una bella giornata in Val Rosandra con ottima compagnia, il tutto all' insegna dello stare bene in montagna.
Guarda le foto di questa relazione nell'album Cresta del ressetum
La salita al Ressetum con gli sci è una classicissima di Claut, partenza doverosa al Pian del Muscol, circa 4 km dopo l' abitato, frazione di Lesis, circa 1.400m di dislivello, prima abbastanza monotona attraverso un bosco di faggi, poi a mano a mano che si sale il bosco dirada fino ad arrivare al pascolo ed in breve alla casera Pradut. Per salire ci sono due possibilità, seguire la strada forestale oppure la comoda mulattiera segnata con bollini Cai, entrambi partono subito dopo il pargheggio di Pian del Muscol.La casera è gestita in inverno e diventa un buon posto per mangiare una pasta o fare una pausa, da citare inoltre, il servizio navetta con il gatto delle nevi che porta fino in casera, per info sentire il gestore della casera, Danilo.
Guarda le foto di questa relazione nell'album Forcella del Pedole 1943m 11 Aprile 2010
Il solito gruppetto di amici ha deciso di entrare in Val Settimana, l' idea è quella di salire a Casera Senons e fare Forcella del Pedole, mi aggrego. Percorriamo la Val Settimana in fuoristrada cercando di evitare i numerosi sassi caduti in strada durante l' inverno, arrivati in Pussa, si possono percorrere ancora un paio di km verso Casera Senons, divieto di transito. Lasciate le auto, risaliamo per circa 1/2 ora con gli sci nello zaino, trovata la prima lingua di neve calziamo gli sci ed in breve siamo al pascolo della casera.
Guarda le foto di questa relazione nell'album Magor 2471m 10 Aprile 2010
Col Nudo, ma in Clautano si dice "Magor", è la montagna che vedo tutte le mattine da casa, verso Claut dà il meglio di sè con una gigantesca parete rocciosa che va dritta nel "Ciadin de Magor". Dal versante dell' Alpago è molto dolce, i pendii abbastanza sostenuti ma il tutto molto sciabile, è questo il versante che abbiamo salito sabato 10 Aprile 2010. Da dove abbiamo lasciato l' auto si cammina circa 1/2 ora, praticamente si risale il sentiero estivo fino al limitare del bosco, qui si calzano gli sci, siamo partiti tardi erano circa le 08:00.
Guarda le foto di questa relazione nell'album Piz Boé
Era il 28 Giugno 2009, l' anno scorso ma lo sappiamo tutti che è stato un inverno ricco di nevicate, così mentre molti scialpinisti si dedicavano alla roccia, io mi divertivo a salire la Val de Mesdì per raggiungere la cima del Piz Boè. La stagione era veramente avanti, arrivo che è ancora buio pesto a Colfosco,
Oggi ho visto questo link http://planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=37313 !
La parete Nord Ovest del Civetta è considerata una delle pareti più impegnative delle dolomiti , è devo dire che questi due signori hanno fatto una grande impresa .
Complimenti a Tondini e Bau .
Abbigliamento tecnico, attrezzatura, calzature per la montagna, non dei migliori marchi ma i prodotti più giusti Leggi
Immerso nelle splendide montagne di Claut, l'Hotel Miramonti è il punto di partenza ideale per le vostre escursioni all' interno delle Dolomiti Friulane. Leggi
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