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Ma esiste l’ attacco da scialpinismo perfetto?
Forse no, o forse ogni stagione esiste un attacco che si avvicina alla perfezione, anche se sarebbe prima da stabilire il concetto di perfezione, probabilmente ogni anno ogni costruttore diminuisce il divario tra prodotto creato e prodotto perfetto ma la perfezione allora non esiste?
Ma qual’ è il prodotto perfetto ? Dicevamo, e soprattutto perfetto per chi?  Garisti, turisti, freeriders, scialpinisti principianti, alpinisti, tutti costoro hanno sicuramente il loro attacco perfetto ideale ed è sicuramente diverso per ognuno. Ma allora dobbiamo fare un ulteriore passo indietro e cercare di capire come dovrebbe essere un attacco da scialpinismo per essere perfetto e qui un altro problema, qual’ è lo scialpinismo perfetto? Può darsi che non sia lo scialpinismo.
Apriti cielo, se aprissimo un forum su questo, andremmo avanti ad oltranza, senza una conclusione certa ma per una volta vorrei erigermi a possibile arbitro di questa questione perché a mio avviso esiste una forma di scialpinismo e scialpinista perfetto e potrebbe essere l’ aspirazione di coloro che vanno in montagna con le pelli.
Esiste anche una definizione per questo:  FREESKI semplicemente,  sci libero ed è esattamente la definizione che meglio rappresenta lo sciare ovunque ed in tutte le condizioni, appunto libero.
Sembra banale ma sciare ovunque ci sia neve ed in tutte le condizioni è tutt’ altro che banale, tutto deve essere adeguato, preparazione fisica e psicologica, materiali, tecnica.
Esiste un nome ed esiste anche una descrizione che rappresenta un FREESKIER ed è semplicemente quello a cui ogni persona che va in montagna con le pelli potrebbe aspirare. Risalire pendii innevati per cercare la discesa in neve fresca, questo è l’ obiettivo, con tutto ciò che ne consegue.
“Ma esiste già, stiamo parlando di scialpinismo”, direte voi, in realtà quello che intendo io va oltre il concetto di scialpinismo, prende un po’ da diverse discipline e lo materializza in una figura che è completamente indipendente e per certi versi nuova, appunto:  il FREESKIER.
Analizzando le varie discipline conosciute che hanno a che fare con la materia neve lontano dalle piste troviamo: il garista, lo scialpinista, il freerider, ognuna di queste ha proprie caratteristiche e peculiarità.
Il garista vede solo l’ attrezzatura leggera, performante e veloce in salita, mi sbaglio, veloce anche in discesa, meglio senza curve. Per costui è importante la salita, arrivare in cima, il resto non importa, ogni volta è una sfida con se stessi, mediamente il garista non è un buon sciatore e non gli interessa. Segue le tendenze di chi vince le gare più importanti, usa sempre la tutina attillata e fa le ripetute in pista.
Lo scialpinista è un classico, segue l’ evoluzione dei materiali, cerca abbastanza la leggerezza  ma solo per cercare di colmare eventuali lacune del proprio allenamento, sceglie sci nella norma, non troppo leggeri, non troppo pesanti, non troppo stretti, non troppo larghi, insomma, non troppo. Spesso arriva dai corsi Cai, comunque si informa, si tiene aggiornato ma non esagera, veste stretto, attillato, ama il rosso.
Il freerider è un pazzo scatenato, giovane, sa sciare molto bene ed ama la velocità, gli sci larghi meno di 100 mm non esistono, le pelli sono solo uno strumento perverso per raggiungere una cima che per sfiga non ha nessuna funivia che gli arriva sopra. La valanga è spesso un sistema di confronto, Artva, pala, sonda e Abs fanno parte sempre della propria attrezzatura, veste largo e colorato, considera  la Guida Alpina  un mezzo che gli necessita per arrivare alla partenza di un canalone difficile ed introvabile, per poi dimenticarlo lì, sulla forcella. Maggiore è il grado di pericolo del bollettino valanghe, migliore è la neve.
Parlando di neve non possiamo dimenticare le piste, quel carosello di strisce bianche sottili ed intrecciate che costano tanto alla nostra società e che tanto fanno divertire gli sciatori. Qui l’ imperativo sono le lamine e gli sci race carve, impostazione, conduzione, piegamento,  sono i verbi che si usano, il resto è limbo. Ma questo, non lo crederete è anche il posto giusto per imparare a sciare, ho detto sciare, non “carvare”, il quale fa parte della tecnica dello sci ma non in via esclusiva, qui con l’ aiuto di un buon Maestro si può migliorare la tecnica e ricordatevi che non tutti i maestri sono bravi, imparate a riconoscere quello capace e tenetevelo stretto. 
Bisogna riconoscere che il mondo delle piste ha il merito di essere diventato un luogo stressante, costoso, a volte anche noioso ed allora molti sciatori decidono di avvicinarsi allo scialpinismo. Questo tipo di sciatore è il potenziale FREESKIER, sa sciare molto bene, ama la montagna, sale per cercare la discesa, è disposto ad acquistare attrezzatura seria.
Se da ogni categoria sopra citata prendiamo un pezzettino ecco che otteniamo il FREESKIER, figura ambigua, lontana dagli schemi, che possiede una propria personalità, spesso forte, il principale obiettivo è la sciata, sempre ed ovunque, per questa si impegna, si allena, migliora e raggiunge quasi sempre gli obiettivi che si pone, attenzione, il FREESKIER non si riconosce in questa e nessuna categoria, per questo lo riconoscete.
Ma questa interpretazione da dove arriva? Semplicemente un giorno mi chiesi a quale categoria di sciatore potessi appartenere,  la conclusione a cui arrivai era: “A nessuna di quelle conosciute”. Non riuscivo a collocarmi in nessuna di esse, da qui la ricerca ed analisi delle varie maniere di essere degli sciatori, scialpinisti, ecc.
LI nacque nella mia mente il FREESKI, semplicemente SCI LIBERO.
Le regole del perfetto FREESKIER
Un FREESKIER 
• sa sciare bene, perché va anche in pista, è prima di tutto uno sciatore
• prende lezioni di sci dal Maestro per migliorare la propria tecnica, 
• nella propria carriera di sciatore fa anche un corso di Freeride, oltre al corso di scialpinismo,
• ogni tanto va al Passo Pordoi e usa la funivia per salire e prova l’ ebrezza del Freeride,
• più spesso va a Misurina e fa un tuffo nel passato usando la seggiovia a due posti, pensate, non ha neanche l’ ammorsamento automatico, ma è uno di quei posti dove puoi scendere tutto il giorno in mezzo al bosco senza che nessuno ti rompa
• il Freeskier sa che oltre alla serpentina, per scendere un pendio innevato e vergine, esistono anche le curve un po’ più lunghe,
• le Cime innevate e la partenza da esse sono la migliore cura contro lo stress
• il FREESKIER scia quasi tutto l’ anno, cerca la neve ovunque, anche in Agosto sui ghiacciai o sui pendii a nord in Maggio
• gli scarponi hanno anche 4 ganci e possono pesare  1.800 grammi
• la salita è sempre un mezzo per arrivare alla discesa
• si può arrivare comodamente in cima dopo mezz’ora del primo, tanto è la discesa che interessa
• per sciare bene in tutte le condizioni e divertirsi le spatole devono avere almeno 80 mm al centro, una buona sciancratura ed essere morbidi
• gli attacchi devono consentire un’ ottima sciata, non un’ ottima salita
• l’ Artva, la pala e la sonda non sono uno scoglio costoso da evitare,
• se avete anche la malattia della solitudine, il vostro migliore amico sarà l’ ABS
• PER FINIRE, SE ALLA RIGA SOPRA AVETE PENSATO ALLE AUTOMOBILI, PENSATECI SOPRA!
Quando vi rispecchierete in queste regole potrete considerarvi dei perfetti FREESKIERS.
Renzo Grava
 

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