Guarda le foto di questa relazione nell'album val di mesdì
28/04/2012
Sempre io e samuele, due settimane fà dopo essere scesi dalla lasties con il brutto tempo, ci eravamo ripromessi di tornare per il nostro obiettivo principale: la val setus.
anche questa volta siamo stati "rimbalzati" non per colpa del brutto tempo ma l'esatto contrario: un sole eccessivo.
eh sì dopo 10 giorni di nevicate abbondanti e 3 gg di sole per l'assestamento sembrava proprio tutto perfetto, sembrava appunto, in quanto l'imprevisto caldo africano di ieri (zero termico a 3.500mt) ha scaldato vermente troppo in pochissimo tempo.
Arrivati al parcheggio della funivia sass pordoi il termometro segna +8, sono le 7.30 del mattino, si capisce ben presto che è una giornata atipica.
Il sole è magnifico ed il cielo limpidissimo, ci prepariamo ed iniziamo a salire verso la forcella Pordoi. Questa volta avendo visibilità scegliamo di seguire il sentiero estivo sulla destra, sale più regolare ed è più comodo. Dopo i primi 100mt, con la splitboard, sono costretto a mettere i rampant. La neve è durissima, quasi ghiacciata, effetto della presenza scarsa sui lati sud, di un po' di vento che ha lavorato e della fusione e rigelo degli strati superiori. Tutto intorno i canali hanno già scaricato e questo mi conforta.
E' impressionante quanta neve c'è (bhè non proprio sulla salita), pensare che per tutto l'inverno e fine a fine marzo il sella è stata meta da evitare...
La salita alla forcella Pordoi è proprio "bastarda", si presenta come una monata, abbastanza corta, si insomma anche un bambino salirebbe. Eppure tra ghiaccio, slavine e vento l'ultima parte è sempre da bestemmie con tenuta al limite ed il pensiero fisso "mò stacco tutto e salgo con i ramponi".
Arriviamo sopra la forcella e si apre il paradiso, un sole magnifico ed il sella tutto bianco.
Non c'è nessuno, ancora non ci credo ma cavolo non c'è proprio nessuno.
Siamo solo noi due... pazzesco.
Iniziamo la diagonale verso il Boè e gli effetti del ghiaccio superficiali ed il sole creano delle sensazioni uniche (vedi foto).
Anche qui la progressione, seppur su terreno facile, risulta non proprio agevole. La neve alterna tratti ghiacciati ad altri in cui si sprofonda. Alla fine attacco e stacco i rampant molto spesso. Arrivati sotto al Boè perdiamo quota ed entriamo nella conca, meglio una breve risalita che una diagonale in ombra ghiacciata.
Arriviamo a dieci metri dal rifugio, ci abbiamo messo 2h e 45. I tempi sono giusti come da programma, io e samuele guardiamo la sella del pisaddù, ancora un'oretta di sicuro, e poi la discesa e la risalita per imboccare la val setus. Si insomma ancora tre ore per arrivare al passo gardena. Sono le 10.15 e la neve ora è perfetta, inzia un filo a mollare ma è perfetta. Io e samu ci guardiamo, abbiamo già capito, e che cavolo scoccia però, è una giornata fantastica e siamo a più di metà... però però... però cazzo è vero fra due ore quando dovremmo entrare in val setus questo caldo africano avrà reso la neve veramente pesante... forse troppo. Io con la tavola ne vengo fuori, per Samu con gli sci forse è un po' troppo.
A malincuore decidiamo di allungare la pausa e scendere per la val mesdì approfittando di trovarla "vergine" (assolutamente impensabile per un itinerario del genere) con la neve al top. E' stata veramente una decisione molto combattuta.
Cambio setup salita-discesa e ci buttiamo dentro il canale iniziale. Sono avido ed approfitto di una piccola pausa di Samu che si ferma un secondo a guardare il primo pezzo. Questa valle l'ho fatta circa 3/4 anni fa, ma era tutto diverso, c'era la funivia, c'era gente e ne sapevo un po' meno di oggi. La memoria del pendio riemerge e così decido di farlo tutto d'un fiato. E' proprio bellissimo, pendente ma non stretto. Sul lato sinistro dove il sole è arrivato c'è un firn che permette molto, nel lato destro in ombra il ghiaccino che non ha ancora mollato vuole maggiore sensibilità. Che bello, prima due curve un filo più strette giusto per prendere le misure e poi via molla tutto e con quattro curve sono fuori dal canale.
Mi fermo e guardo dietro, che senso di pace assoluta e davanti c'è ancora tutta la valle da fare completamente intonsa, senza anima viva, con la neve segnata solo dalle slavine.
Non credo serva scrivere altro della discesa di un itinerario fin troppo inflazionato, ma che fatto in certe condizioni (come oggi), riacquista tutte quelle qualità naturali proprie percui nulla ha da invidiare ad altre escursioni più selvagge.
Già in fondo, purtroppo, come al solito la colpa è dell'uomo.
saluti
nicola
PS: appena usciti dal canale e senza aver dovuto attendere troppo tempo la neve era veramente pesantissima e fradicia, alla fine la decisione è stata perfetta. Non oso pensare che pappa avremmo trovato due ore dopo.
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