Guarda le foto di questa relazione nell'album Monte Pelmo per la Cengia di Ball
Era da tempo che volevo salire al Pelmo, in Dolomiti del Cadore, per motivi diversi. Sicuramente il più importante era quello di vedere la salita per poi farla in versione invernale con gli sci da alpinismo, poi c' è da dire che il Pelmo è la montagna che dalle nostre cime, in Alta Valcellina, vedi sempre.
Guarda le foto di questa relazione nell'album Val Cimoliana in Novembre
Doveva essere un’ uscita in Marmolada, con Omar, volevo fargli provare i nuovi Movement Bond, sci eccezionali, la sera prima un amico mi dice che ha trovato crosta così optiamo per un trekking fotografico in Val Cimoliana. Omar propone l’ anello Val Menon Val di Brica, va bene gli dico, appuntamento a Claut in piazza alle 07:00, caffè, brioss e partenza.
25/06/2011 mezza via dei rondoi.
finalmente una finestra di bel tempo dopo due settimane pressochè ignobili.
infatti a parte una camminata fino alla casera laghet de soto (domenica 19), con repentino ritorno e ad arrivo alla macchina mentre il cielo stava per slavazzare qualsiasi cosa, il meteo non particolarmente clemente non aveva permesso granchè.
partenza sul presto ma non eccessivo (inziamo a camminare alle 7.30) io e denis (l'aitante virgulto nella foto) decidiamo di chiudere la parte del rondoi che ancora non abbiamo visto. eh già perchè alla fine il furlani e la manera li abbiamo fatti e ripetuti ma poi o il cattivo tempo, o perchè era troppo lungo o per qualche altro motivo la seconda parte rimaneva sempre da fare.
ce la prendiamo tranquilla, saliamo fino alla croce di legno all'inzio della val sughet e puntiamo alla forcella, incontriamo poco o niente (4 persone in tutto ... pazzesco).
arrivati in forcella risaliamo il sentiero ben segnato e un po' scivoloso fino alla cresta, da lì deviamo a destra e raggiungiamo la cima della palantina.
per fare un po' di pratica e pensando che il giro sia come la discesa dai furlani ci organizziamo con una conserva corta con sicure volanti su spuntoni e rocce.
mettiamo il casco e partiamo, si rivelerà esageratissima ed abbastanza inutile la conserva in questo tratto. alla fine questa seconda parte del giro è quella più semplice ed il sentiero anche se a tratti esposto (risalita verso il colombera) si rivelerà bello e senza particolari problematiche. seguiamo i bolli rossi che dalla palantina scendono lungo una crestina, arrivano alla forcella colombera, risalgono lungo la parete verso la val sughet e poi percorrono tutta la cresta del tremol fino alla cima e discesa compresa fino al ripetitore.
da lì poi alla macchina lungo la pista salomon per l'occasione agghindata di tutto punto per la gara di douwnhill del giorno successivo.
io e denis ci ripromettiamo di farlo tutto intero il rondoi, a mio avviso la prima parte (furlani e manera) meriterebbe una conserva che oltretutto avrebbe il duplice utilizzo sia in discesa che in salita. poi da dopo la manera si può andare via slegati stando cmq all'occhio a dove si metteno i piedi, ad esempio sabato nostante il sole e il vento la roccia era viscida e bagnata e considerando la pendenza dei pendii un volo è assolutamente da evitare.
per le stime dei tempi il giro completo credo potrebbe essere fatto dalle 6 alle 8 ore a seconda delle capacità, tecnica, compagnia, meteo, etc.
saluti
nicola
Guarda le foto di questa relazione nell'album venal e antander
lunedì 23 maggio 2011.
I programmi iniziali prevedevano l'ultima gita in marmolada, ma viste le assurde temperature (zero termico a 3100 mt!), io e samuele decidiamo di appendere sci e tavola al chiodo (ma solo per l'estate) e fare un giretto per creste.
Samuele è un amico guida e sà che sono un appassionato del "ravanamento" così mi propone un giro tra Venal e Antander, lui davanti e io a seguire.
Partiamo alle 6 da Casera Crosetta, un venticello insistente non fà sentire il caldo e la valle fino in forcella Venal è tutta in ombra.
Ben presto capiamo che i ramponi nello zaino saranno pressochè inutili e così a 200mt in linea d'aria dalla forcella Venal usciamo dal sentiero ed arrampichiamo su erba e roccia con passaggi facili ma con un'esposizione che si fa sentire tutta.
Andiamo via in conserva corta con soste volanti su spuntoni, mughi, etc Samuele fà pratica e io faccio finta di fare il cliente impedito (poi mi dirà che non aveva colto la differenza rispetto a quando non interpreto!).
Arriviamo in cima al Capel Piccolo (credo) e scendiamo la cresta fino all'attacco della salita del Capel Grande. Decidiamo di saltarlo per dirigerci diretti alla forcella Venal, aggirarla e poi salire in cima al Venal per una magnifica cresta aerea con direzione sud ovest. La parte finale della salita è semplice su una piccola pala erbosa, la cresta d'avvicinamento invece è divertente e dà possibilità anche di impegnarsi in qualche passaggio per nulla banale.
Torniamo per la via di salita e decidiamo di salire l'Antander, la cresta nord è tutt'altra cosa rispetto al Venal, va sù dritta e tutto si muove. Per fortuna niente cumuli erbosi ma solo roccia. Le soste sono tutte veloci su lame e blocchi. Il tutto risulta emozionante e con difficoltà accettabili, certo è che la salita è molto più simile ad una via alpinistica che un sentiero. Assolutamente da evitare per chi soffre di vertigini.
Arrivati in cima ci aspettiamo di trovare la consueta cresta dolce verso sud ed invece troviamo uno spigolo alquanto incasinato che ci costringe ad arrampicare in discesa.
Samuele si muove come un gatto mentre io ... bhè diciamo che bado ad essere efficace.
Arriviamo sul ghiaione con il bivacco Toffolon a 200mt circa sulla sinistra, decidiamo di scendere diretti anche perchè il rientro non sarà per nulla breve.
La valle fino alla quota bosco, escluso un brevissimo tratto, è tutta un ghiaione e le pareti del Mesner fanno una gran impressione. Arrivati al bosco dobbiamo tagliare verso destra per rientrare in casera Crosetta. La carta segna un sentiero "natura" comodo da seguire ma ci perdiamo in maniera più o meno volontaria nel basso bosco dell'alpago.
L'idea si dimostrerà pessima perchè il rientro è veramente lunghissimo e sguazzare tra foglie marce e rami secchi sarà divertente solo per i primi dieci minuti.
Arriviamo alla macchina un po' provati verso le 13.30.
Gran giornata e l'Alpago è sempre splendido.
saluti
nicola
Guarda le foto di questa relazione nell'album Crep Nudo e Capel Grande
Dopo una stagione di scialpinismo tutto sommato buona per me è giunto l'ora di mettere via l'attrezzatura adeguata e cominciare a pensare un po alla stagione estiva !
Oggi se non era per il giro d'italia l'ultima gita di skialp l'avrei comunque fatta !!!
Guarda le foto di questa relazione nell'album forc.palantina-palantina-sughet
19/05/2011, giovedì
Un amico mi tira un semi-pacco, mi sarebbe piaciuto andare in marmolada ma ahimè impegni di lavoro lo tengono ancorato in pianura. In ufficio ormai mi ero organizzato per prendermi la mattina e così approfitto.
Sono solo e quindi scelgo ambienti conosciuti e vicini.
Mi sveglio alle 4.30, alle 5 sono in macchina ed alle 5.45 zaino in spalla parto a camminare.
Il tragitto scelto ripercorre un mio "vecchio pallino" da fare poi in inverno con la tavola e quale occasione migliore per provarlo in una primavera non troppo inoltrata.
Salgo per la pista salomon lungo il sentiero, arrivato all'Arneri proseguo verso la nazionale.
Arrivato sulla Nazionale il sole finalmente fà capolino e mi scalda le spalle, Dio mio che bella sensazione, tra me e me penso che questa è proprio l'ora migliore per stare in questi posti (ed ammetto che la versione in solitario _obbligata nel mio caso_ ha molto fascino).
Salgo il bel "muro" (in versione totalmente erbosa) della pista ed appena arrivato in cima al piano devio a sinistra per la forcella palantina.
Davanti a me il mt Forcella e Colombera, prima impressione: con la tavola non sarà poi così divertente, al contrario a piedi è tutto magnifico. Con un falso piano lievemente in discesa (per questo ho dubbi sulla versione invernale) raggiungo la forcella palantina, cerco di focalizzare la traiettoria in cresta per il monte forcella (sempre per l'inverno).
Qui è proprio meraviglioso, a destra le cime aspre del gruppo del cavallo con tutto lo splendore dall'alta via dei rondoi, a sinistra il placido cansiglio avvolto nel suo consueto mare di foschie mattutine ed il paesaggio più largo dell'alpago.
Scendo in direzione della Casera Palantina e trovo la prima neve, dura, crostosa e molto scivolosa. Raggiunta la casera uno stuolo di passerotti, pettirossi etc fanno un casino impressionante perchè sanno che fra qualche minuto arriverà il sole (vedi foto della casera palantina che spiega perchè costruiscono le casere in certi posti e non altri).
Bevutina, spuntino ed inizio la risalita verso il cimon di Palantina. Nonostante non sia la prima volta mi mette comunque un po' di soggezione, inoltre a quell'ora è tutto in ombra e le lingue di neve e ghiaccio ti fanno venire in mente le solite chiacchiere su quell'itinerario in inverno (occhio che se scivoli c'è il salto di rocce!).
L'itinerario è bellissimo, si sale in filo di cresta e dopo la prima parte devio in salita verso destra cercando gli spazi più vicini al sole mattutino per evitare di dover tirare fuori i ramponi. L'andamento è più sul misto e ad ogni passo mi dò del mona perchè dovevo mettere i ramponi quando ero più comodo. Per cercare di passare dove non c'è ghiaccio faccio uno zig zag assurdo fino a trovare uno spazio per arrivare in cima, dovendo comunque passare un paio di diagonali a scalettare con le punte degli scarponi.
Quando arrivo sulla cresta mi accorgo che devo tornare indietro per raggiungere la croce.
Da quassù è tutto bellissimo, oggi il tempo è magnifico, solo un po' di foschia lontana ed il passaggio dai versanti precedenti in ombra a quelli di adesso al sole mette allegria e vivacità.
Riposo e mangio qualcosa, nel frattempo penso che invece che tornare dalla via di salita mi piacerrebbe di più omaggiare il sole che si irraggia in val sughet. Non sono mai sceso di qui ma in fondo nello zaino ho portato tutto e quindi ci provo, male che vada tornerò indietro.
La discesa in fondo è abbastanza semplice e i grossi accumuli di neve con l'aiuto della picca li passo senza troppe difficoltà, anche perchè da questa parte la neve si è ammorbidita.
La neve riempie ancora tutta la conca della val sughet e la discesa è un misto tra nuovo, divertente e fatica .
Ormai verso la fine incontro le prime persone di tutta la giornata: una coppia di americani con zaini carichissimi, un ricercatore scientifico di funghi, un signore anziano all'inizio del sentiero vicino al palaghiaccio.
Alle 11 parto in macchina dal parcheggio e a mezzogiorno sono in ufficio parecchio stanco ma ritemprato nello spirito.
PS: nello zaino portavo: corda 30mt, martello, due chiodi, 2 moschettoni, 1 otto, 4 cordini, ramponi, imbrago, giacca a vento, felpina, bastoni, picca, 1 lt e mezzo di acqua e sali, cioccolata e biscotti. Lo sò sono esagerato e alla fine a parte la picca non ho usato nulla però quando parto per certi itinerari in periodi precoci non mi và l'idea di dover rischiare o tornare indietro perchè non ho questo o quello, e poi in fondo non volevo abituarmi troppo in fretta allo zaino estivo leggero ... in fondo la stagione invernale può ancora essere chiusa da un'ultima marmolada!
saluti
nicola
Guarda le foto di questa relazione nell'album Cima Coldai
Escursione assolutamente non impegnativa che permette di raggiungere una cima modesta, al cospetto dell'imponente Civetta e del Pelmo, con vedute che comprendono molti gruppi dolomitici: Tofane; Lagazuoi; Marmolada; Sorapiss; Cristallo; Sella; Sassolungo;Bosconero; Sx Piave; moltissime altre elevazioni meno conosciute.
Guarda le foto di questa relazione nell'album Anello di Crodon di GIaf
Escursione ad anello abbastanza impegnativa per lunghezza e dislvello complessivo da affronatare c.ca 1.000 mt piu altri 500 c.ca per saliscendi. Il punto di partenza e dal rifugio Padova., dove inizia il sentiero 346, che sale subito in ripidamente dentro il bosco.
Guarda le foto di questa relazione nell'album Il Col Cornier sotto le stelle
Il Col Cornier, pur nella sua semplicità, rappresenta un 'ottimo trekking da fare con le ciaspole, noi abbiamo aggiunto il fascino della luna piena e le pile frontali.
Immerso nelle splendide montagne di Claut, l'Hotel Miramonti è il punto di partenza ideale per le vostre escursioni all' interno delle Dolomiti Friulane. Leggi
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