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Sella Ursic - Gruppo del Canin - 24/12/2011

Inviato da: il 10 gen, 2012 in Relazioni - Scialpinismo Print PDF
Tagged in: tavola e ciaspe

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altra foto di repertorio, ma almeno questa volta l'uscita è più recente.
tra l'altro trattasi di sella billapec e non della ursic, ma ahimè tocca accontentarsi.

Preso dalla disperazione e prima che i pranzi e cene natalizie e capodannesche mi sequestrassero mi decido di andare a cercare neve a Sella Nevea. Questa volta sono solo, e così scelgo un itinerario sul sicuro ma che dovrebbe dare grande soddisfazione.
Salire da sella nevea, arrivare in sella ursic, scavallare e poi risalire sella billapec e raggiungere il rifugio Giberti. Il tutto da fare con calma e con il nuovo attrezzo (splitboard).
Parto presto da casa e alle 8.30 sono pronto sulla neve e risalgo la pista. Senza troppe voltate la splitboard è eccezionale e mi bevo i 700mt di dislivello per arrivare al Giberti in un'ora e un quarto (mai successo).
La salita è già tracciata e così seguo chi precede (tutte tutine con due stuzzicadenti ai piedi).
Arrivo al primo canalino ed è già ravanato, la neve è inconsistente, cioè è solo riportata quindi ce ne poca e dove ha fatto gli accumuli anche se c'è un metro non tiene nulla.
Stacco tutto e risalgo a piedi, inoltre perchè sono mona invece di aggangiare la split allo zaino la porta in spalla tanto sono solo 80mt (che scemo che sono...).
Esco dal canalino schifezza misto inferno ed ho già sudato 7 camice, però mi dico che il peggio è passato ed adesso c'è solo da divertirsi. Appunto.
Il tempo cambia e quel poco di sole scompare ed inizia il vento, la conca versa sella Ursic è già macinatina ma tanto che importa devo scendere sull'altro versante...
Arriva il secondo canalino (100mt un po' pendenti e tutti di neve riportata ed accumulata), le tutine hanno tracciato proprio lì, io sarei salito da un'altra parte avrei raggiunto una selletta allungato lo sviluppo ma poi proceduto tutto in crestina senza mille svolte. Ma mi dò del mona e mi dico "ma questi fanno gare vuoi saperne più di loro??". E così li seguo, ad ogni voltata li invidio: questi sembrano cavallette io un elefante. Uno di loro si spacca persino uno scarpone e così fiero gli dico: "se vuoi guardo cos'ho nello zaino?", lui mi fa segno che non serve, passa avanti e poi dopo 50 mt si ferma e mi aspetta. Mi tolgo lo zaino e parte l'inventario (ramponi, picca, piumino, rampant, felpina, thè, biscotti, casco, pala, sonda e sacchetto porta tutto compreso dello spago), lui mi guarda come si guarda un marziano... però il mio spago lo prende e lo usa. Mi saluta e scompare all'orizzonte in circa 10 secondi.
Io inizio a smaddonare veramente, la neve non tiene nulla ad ogni inversione perdo 3 mt, così decido di togliere nuovamente la tavola e salire a piedi. Peggio di prima, la pendenza è maggiore e c'è più neve, sono dentro fino alla vita e mi ostino a portare la tavola in mano (mona tre volte). Finalmente su un pezzo di ghiaccio i miei scarponi fanno presa e mi isso all'uscita del canalino, bene ora mi rimane una piana schifosissima prima della sella.
Bhè poveretta la piana è anche bella, ma considerando che ora il vento tira forte, io sono sfinito per aver camminato nella neve per mezza giornata e quindi dovrò scendere per dove sono salito.
Arrivo in sella e l'ambiente è sempre magnifico, mi riprometto che ci tornerò e finirò il giro. In quel versante si arriva sotto il Canin e la discesa sembra molto divertente.
Riguardo l'itinerario di salita, bene! Anche quel pò di luce che c'era è stata coperta dalle nuvole così non si vede proprio più nulla di gobbette, accumuli&affini. Infatti nella piana arrivato ad un passo dal primo canalino mi incarto e ravano ancora un po' che mi mancava.
Sul canale sono spazientito e mi lancio per aggredirlo, per fortuna gli sciatori sono tutti scesi a destra e così vado a sinistra in mezzo ad alcune roccette cercando un po' di pendenza, vedo un saltino, arrivo sul dente e sotto c'è una tutina che sta salendo... va bhè non è giornata, curvo e riprendo la discesa ed il pezzo bello è già finito. Conca smacerata e canale finale ormai in stati a dir poco pietosi, riprendo la diagonale verso il Giberti ed ovviamente è troppo poco pendente per arrivare fino alla fine e così mi trovo nuovamente a camminare sulle uova sprofondando fino alla vita.
Arrivo al Giberti contento come una Pasqua, mangio pasta e fagioli, e considerando la fortuna e la pista chiusa fino al parcheggio mi evito di essere l'unico a beccarsi una multa oggi. Prendo la cabinovia per scoprire che l'arrivo è due tornanti più sotto rispetto a dove ho parcheggiato la macchina.
Chissà perchè non riesco mica ad essere incazzato, metto via la roba e mi ripeto "in fondo sono stato in montagna".
saluti
nicola

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