Guarda le foto di questa relazione nell'album Sass de Stria
Spigolo Sud - A.Cobertaldo e L.Pezzotti (1939)
Era una vita che non andavo ad arrampicare in montagna.
Sì insomma chiamo così l'arrampicare su una via, in ambiente, non per forza difficile ma dove la tecnica di salita non è l'unica cosa da fare.
Dopo il Grossglockner mi era tornata una voglia pazzesca ma dentro di me mi tarpavo le ali giustificandomi che non andavo più in falesia da un sacco di tempo, che neppure le palestre di "plastica" le frequentavo molto, etc.
E poi mi è venuta un'idea "e se me ne fregassi? in fondo sono allenato, in montagna ci sono andato, mi scelgo un compagno più bravo di me (il solito Samuele), scelgo un itinerario abbordabile e vediamo come va".
Alla fine l'itenerario, giustamente l'ha scelto Samuele, e nelle premesse c'era la mia ferma volontà di fare almeno un tiro semplice da primo, solo queste due cose non si sono avverate tutto il resto è stato splendido.
La giornata mi ha riservato un clima incredibile, mattina ghiacciatissima ma con un sole caldo ed un cielo azzurrissimo. Lo spigolo è interamente a sud ed il vento non ha mai soffiato. Nessuna cordata davanti a noi, e solo al terzo tiro sono arrivati una coppia di ragazzi che con tutta calma prima di attaccare hanno aspettato che sparissimo dall'orizzonte.
Si sale lungo un sentiero molto tracciato, l'attacco non è segnalato (niente bolli nè chiodi) diciamo però che è proprio alla fine naturale del sentierino e la prima sosta è arrampicando sulla sinistra. La relazione non la metto tanto se ne trovano mille sul web visto che la via è semplice e strafrequentata d'estate.
All'occhio per chi procede da primo la via è scarsamente proteggibile (la roccia non è proprio così salda) ed i chiodi rimasti tra le soste sono pochi (da qui la mia decisione di rimanere secondo fino alla fine, almeno per stavolta), i tiri finali sono senz'altro più sicuri per le protezioni. In compenso le soste sono tutte su anelli cementati.
Bellissime le sensazioni, all'inzio salgo un pò rigido, attento ai movimenti, cercando di non appendermi ma ancora la testa ragiona troppo. Via via che salgo tiro dopo tiro mi rilasso, anche grazie al magnifico panorama (oggi la marmolada sembra a portata di un balzo). Alcuni movimenti risultano più spontanei ed al 4° tiro finalmente mi sciolgo e nonostante salga da secondo mi scelgo i miei appigli ed i miei appoggi. All'ultimo tiro mi diverto come un matto ed essendo il più duretto ed in ombra mi impegna anche più degli altri. Amara sorpresa accorgermi che mi ero dimenticato che avevamo doppiato un tiro precedente e così questo è proprio l'ultimo.
La discesa è assai bella, in mezzo alle molte trincee, alcune secondo me un pò troppo ricostruite.
In macchina al ritorno ragionando a voce alta mi riprometto che mai più sceglierò di non arrampicare perchè non abbastanza preparato, piuttosto sceglierò un altra via ed un compagno adeguato così da non perdermi lo spettacolo di quei momenti così unici.
saluti
nicola
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