Guarda le foto di questa relazione nell'album huda paliza
02/03/2013 - Val Saisera.
L'Huda Paliza è uno di quei canali che ti sogni da piccolo, sapendo che ci sono parechie probabilità che nella vita non ci riuscirai mai a farlo. Poi con il passare del tempo impari un po' di tecnica, fai un po' di fiato, metti il naso fuori di casa ed inizi a percorrere i classici dello scialpinismo e così alcuni di quei sogni ripidi vengono messi da parte perchè ti racconti che "a me interessa altro". sono bugie a fin di bene, me le dico perchè la verità troppo esplicita con noi stessi taglia le gambe e rattrapisce le ali della fantasia.
e così si và avanti con gli anni, si impara un po' di più, si acquisisce sicurezza e l'anno scorso si va a mettere il naso in val saisera raccontandosi che "è solo per andare a vedere altri posti, ma no lì è proprio impossibile".
Quest'anno le condizioni c'erano tutte, la neve, il compagno (samuele) e lei era là troppo invitante per dire di no. La giornata però parte tutta in salita, alzataccia arriviamo in valle e non si vede un'ostia. Una coltre di nubi un po' troppo spessa rispetto alle previsioni è là fissa appena sopra il bosco.
Va bhè partiamo e poi vedremo e le Alpi Giulie fanno subito capire di che pasta sono fatte. Bisogna macinare km per avvicinarsi alla montagna, abbandonare l'anello di fondo, risalire un bosco e poi infilarsi in un canyon con delle cascate incredibili (per un relazione dettagliata vi rimando a "Alpi Giulie Gruppo del Montasio", 2003, di M.CAndolini). Fin lì qualcosa si vedeva ma dopo vermente più nulla. la relazione dice che "il canale da sopra le cascate si vede in tutta la sua lunghezza", ma qua oltre al mio naso sono fortunato se vedo la punta della splitboard. Vaghiamo un po' a naso e poi tiriamo fuori la cartina, la orientiamo, sbagliamo un paio di tentativi finchè con un po' d'intuito decidiamo di salire verso le nuvole finchè si può e poi scenderemo.
Ed è stato così che ci siamo infilati propio nell'Huda Paliza, che ci ha voluto bene fin dall'inizio premiando la nostra perseveranza, e più salivamo più la visibilità migliorava fino a spuntare sopra alle nuvole ed ha percorrere questo orrido lenzuolo incassato tra le rocce fino alla forcella di Terra Rossa.
La discesa è entusiasmante, ma poi sotto ritornano la Alpi Giulie a ricordarti dove sei. E così dopo una giornata di fatica ora tocca il lungo rientro prima nel bosco e poi nell'anello di fondo. Ma ormai sono gli automatismi che ti fanno andare avanti e la stanchezza non fà più paura.
E' un luogo straordinario ed è valsa la pena sognarlo per tanto tempo.
saluti
nicola
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