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Grossglockner-Glocknerwanduberschreitung 03 Luglio 2012

Inviato da: il 12 lug, 2012 in Relazioni - Alta montagna Print PDF
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alt Guarda le foto di questa relazione nell'album grossglockner-glocknerwanduberschreitung



Il programma steso con tanta cura prevedeva la cresta Signal sul Monte Rosa ma il meteo avverso, senza scomodare il destino, segnala dieci giorni (ma dico 10!!) di ininterrotto brutto tempo. Impossibile posticipare, il mio compare di cordata (Samuele) ha preso ferie quella settimana.

Il morale è sotto i tacchi e così sembriamo destinati a rimanere in pianura nonostante tutti i piani bellicosi già redatti. Poi lunedì pomeriggio nell'ennesima telefonata per tentare di recuperare una mezza giornata da qualche parte, ecco che di nuovo il meteo fornisce qualche speranza sul Grossglockner. Martedì sarà brutto ma dalla notte fino a tutto il giorno dopo non dovrebbe piovere. Decidiamo così di partire e visto che la Studlgrat l'avevamo fatta l'anno scorso quest'anno proviamo la cresta nord-ovest che avevamo tanto "lumato" l'anno scorso. Non troviamo nessuna relazione ma solo un amico di Samuele ci dice che seppure difficilina è fattibile ma lunga.
Partenza martedì mattina, nel primo pomeriggio siamo allo Studlgrat (senza farci mancare una bella slavazzata in salita). Sveglia alle 3.30 colazione alle 4.00, siamo fuori dal rifugio alle 4.30.
E' ancora buio ma una luna piena splendida ed un cielo tersa illuminano il percorso rendendo quasi inutile la frontale. La prima parte del percorso ricalca quello della Studlgrat, si risale il primo dosso ed arrivati sul ghiacciaio (da lì in poi legati e ramponati) si prosegue dritti (leggermente sulla dx) in direzione della cima. Dove il pendio inizia a salire in maniera più decisa, si lascia l'itinerario della Studlgrat per piegare decisamente verso sx. L'ideale sarebbe riuscire a spingersi più in alto possibile sotto la parete e poi traversare verso sx, ma la zona si fà parecchio crepacciata ed ancora coperta da neve quindi decidiamo di procedere un pò a "gradoni" attraversando verticalmente i crepacci e poi sposandosi lateralmente dove il terreno è sicuro. Bisogna aggirare completamente tutto il gruppo del Grossglockner e poi risalire a sx da dietro. Più ci spingiamo verso nord più i crepacci si fanno seri ed affascinanti, tocca fare anche qualche salto, ma il terreno non è per nulla banale. Finalmente alzandoci troviamo i vari passaggi che portano ad un ampia sella sotto la quale si trova la terminale.

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Da qui si vede l'altra valle, quella vera e propria con la lingua glaciale. E' uno spettacolo struggente, per chi sostiene che il riscaldamento globale è una balla dovrebbe venire qui a ripeterlo.
Dalla sella in poi l'itinerario si fà parecchio serio, decidiamo di tenere i ramponi nonostante la roccia sembri pulita. Una prima cresta abbastanza semplice porta alla prima cima, da lì in poi c'è un susseguirsi infinito di guglie e gendarmi di roccia che vanno sempre percorsi sul filo di cresta arrampicando sia in salita sia in discesa. Per tre o quattro sono previste delle doppie per la discesa (anelli cementati, gli unici segni di attrezzatura su tutta la cresta). Non sapendo esattamente l'itinerario abbiamo perso un po' di tempo nel cercare di aggirare alcuni di questi, ma alla fine ci si mette più tempo e si rischia di più (al di fuori della cresta vi sono pendii con sfasciumi e terreno non proprio solido).
Terminata l'ennesima guglia si viene depositati su una cresta di neve piuttosto affilata che conduce ad un bel pendio dapprima sui 40, poi 50  poi oltre che finisce di nuovo su roccia.
Da lì in avanti si è sull'ultima lunga cresta che porterà alla cima, questa volta però senza più sali scendi.
La discesa avviene lungo la normale con rientro alla Erzoghutte e poi lungo la ferrata ed il ghiacciaio alla Studlhutte.

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E' una cresta bellissima e molto faticosa, sia per la durata sia per l'esposizione sempre continua durante tutto l'itinerario. I passaggi di roccia sono tutti compresi tra un III e un IV grado sia in salita sia in discesa, nonostante la roccia fosse pulita consiglio di percorrerla sempre con i ramponi. La roccia non è sempre stabile anche se i passaggi più difficili avvengono su pareti pulite (o quasi).
Siamo partiti dallo Studlhutte alle 4.30 e siamo rientrati alle 17.30, probabilmente un paio d'ore le abbiamo perse alla ricerca dell'itinerario ma comunque va preventivata un'uscita lunga ed in quota, ben sapendo in partenza che si starà in ballo parecchio.
Se poi come noi si vuole rientrare diretti alla macchina, dopo una sosta meritata nonchè una buona zuppa per ripigliarci, c'è ancora un'oretta e mezza di discesa dal rifugio fino al parcheggio.

saluti
nicola

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