Trattasi di foto recenti, cioè della salita del 7 gennaio, e per me si tratta di cosa rara.
Ormai il mio cellulare ha una patina costante davanti all'obiettivo ma questa volta le immagini rendono un po' l'idea di quanto ho trovato.
Con bollettino grado 3, partire con gite dai 2000mt in sù non è proprio una gran idea.
Ma la neve al momento nel nord-est è solo lì, anzi mi correggo non c'è nemmeno lì.
E' veramente assurdo, il vento ha fatto disastri non c'è neve e quella poca che c'è è pericolosissima.
Io e Samuele partiamo dalla diga questa volta, siccome il primo pezzo della pista è senza neve gli propongo di salire per il sentiero estivo. Mi guarda e mi dice che sono scemo, però mi segue. Il pezzo è carino e la salita lentissima, il vento ha spostato tutta qua la neve, battiamo traccia in mezzo a mughi e arbusti con mezzo metro di farina incosistente. Serve per fare esperienza mi dico e ci credo.
Poco prima di arrivare sulla pista attraversiamo l'unico pezzo aperto battuto dal vento e mentre ci sono sopra ringrazio che non faccia più di 20° perchè sento un tonfo sordo da pelle d'oca e vedo una crepetta da lastrone da vento lunga trenta metri.
Parlo con Samuele e qualsiasi velleità di percorso scompare (lui l'aveva già fatta scomparire ieri ma io in fondo ancora ci speravo), ci diciamo che arriviamo sotto lo spallone (solitamente sicuro) e poi vediamo com'è.
Continuiamo a risalire per la pista deserta e battuta dal vento a 50 km, incredibile sull'altro versante hanno aperto la funivia e scoprirò sulla strada verso malga ciapela che sono formiche, da questa parte in tutto siamo in 4 e nemmeno negli stessi orari.
Arriviamo a Pian dei Fiacconi e capiamo ben presto che c'è poco da fare, il vento ha distrutto tutto ciò che potrebbe essere sciabile. Lo spallone da qui sembra uno specchio vetrato. Procediamo ancora un pò, risaliamo fino a spuntare oltre la linea del sasso delle dodici e poi decidiamo che il nostro per oggi l'abbiamo fatto.
Smontiamo tutto ed inziamo la discesa, scendiamo in parte al sasso delle dodici e la neve è difficilissima. Tutta crosta ed accumuli misto sassi appena nascosti. Faccio fatica io con la tavola a galleggiare e rompere la crosta figuriamoci Samuele con gli sci (che sò mi stà odiando).
Il resto è cronaca di rientro, una birra, una zuppa e l'idea che tra noi ed il divano almeno stavolta abbiamo vinto noi.
Certo che se non cambia il tempo qui a nord-est la vedo grama....
saluti
nicola
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