01/11/2012. in cima al ciastelat.
alla faccia delle previsioni e degli amici di pordenone che ci dicevano che ieri era bellissimo in città.
io e mario partiamo alla volta dell'alpago, l'idea iniziale era una prima sciata in marmolada ma in fondo di finire nelle nuvole veneto-trentine per una sciata con mille mila tutine non ci andava molto. così alla prima parolina magica "cresta?" ci siamo subito intesi.
partenza non troppo presto, tanto non serve. alle 8.30 siamo alla sbarra di col indes per iniziare a camminare. l'itinerario è quello conosciuto: salita in cima vacche per il sentiero prima nel bosco e poi in cresta.
una prima orripilante sorpresa la troviamo sul sentiero nel bosco. per lavori dovuti alla prevenzione inciendio la cresta di cima vacche (la parte boschiva) è stata letteralmente arata da un trattore e tagliati tutti gli alberi in una fascia di larghezza di non meno di quattro metri.
speriamo funzioni questa prevenzione, ammetto non sò nulla, ma il risultato ambientale è allucinante: un'autostrada al posto del solito sentiero e una sorta di terreno paltano/sabbie mobili dovuto al cedimento del terreno per effetto della salita dei trattori.
proseguiamo oltre al bosco ed incontriamo la prima neve.abbastanza pesante, umida e con essa le prime fitte nuvole. "tanto dovrebbe schiarire" così dicevano le previsioni, in realtà capiamo ben presto che è l'effetto dell'umidità di risalita data dal caldo della giornata e quindi senza vento non passerà proprio un bel niente.
prima di arrivare in cima inzia a nevischiare, visibilità sui 20mt. nessuno di noi due è un super esperto ma avevamo voglia di buttarci su questa cresta, vicino al bastone di vetta ci rassicuriamo con due parole:
nicola: "andiamo?"
mario: "andiamo"
perfetto non serviva altro, organizziamo una conserva corta e partiamo sul filo di cresta.
la parte più tecnica sono tre punti delicati da cima vacche alla forcella prima del ciastelat (una risalita verticale di una decina di metri, due discese adrenaliche ma corte ed una risalita un po' più lunga 25mt ca con breve traverso di un canalino), il resto è una magnifica camminata su una lunga cresta, più o meno affilita a seconda dei punti, con parecchi sù e giù.
nonostante il tempo non ci desse un attimo di tregua abbiamo proceduto sicuri, veloci e tranquilli e questo ci ha fatto godere un sacco della nostra giornata.
arrivati in cima al guslon ci siamo slegati e siamo scesi fino alla stradina per il rientro tramite la nigonella. ovviamente appena lasciata la cima il cielo si è aperto.... quota neve approssimativa 1.800mt. la discesa è stata un po' faticosa perchè sui quei versanti il guslon è bello carico e si sfondava che è un piacere.
bhè che dire, per me neve, cornici, arrampicata sul misto, cresta, conserva, picca e ramponi sono la miglior traduzione della parola montagna.
l'affiatamento della cordata è perfetto ora non rimane che scegliere il prossimo obiettivo.
saluti
nicola
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