Guarda le foto di questa relazione nell'album forca croda rossa
08/12/2012. io e samuele.
la voglia di uscire è tanta anche se il meteo è avverso. la sera ci mettiamo d'accordo per andare in Palantina, ma ben presto le mega rervisioni di nevicate in FVG si dissolvono e così arrivati in autostrada all'uscita per l'alpago tiriamo dritto.
A Misurina sono andato giovedì, propongo i versanti nord del Pelmo che dovrebbero tenere bene la neve e non essere troppo alti (così da evitare l'effetto vista zero dato dalle nuvole).
Andata per il Pelmo. Andiamo oltre il passo Staulanza e scendiamo per qualche tornante, parcheggiamo e si parte.
La visibilità è buona, ovvio il cielo non è luminoso ma va tutto bene, in alto si vede però che il vento stà lavorando parecchio.
La prima parte del ghiaione immenso è bella e ben coperta, i sassi sono un po' dei funghi ricoperti, inziamo a salire e dobbiamo battere traccia. Al momento siamo i soli in questo posto. L'ambiente è straodinario ed il Pelmo è immenso, anche se l'entrata dal ghiaione lo rende più avvicinabile e quindi incute lievemente meno timore.
Decidiamo di salire privilegiando il lato sinistro portandoci quindi verso alcune rocce.
Tutta la zona è già stata spazzata dalle valanghe su cui poi è nevicato sopra, il problema è che il vento ci stà dando dentro e persino nel ghiaione ha già creato delle lastre di tutto rispetto.
Salito il primo risalto arriviamo a ridosso delle forcelle e scegliamo quella più a destra (forca di croda rossa). Da sotto è magnifica, proprio bella. Iniziamo a salire e la neve cambia drasticamente: il cono in uscita dalla forcella si presenta delimitato ai lati da due lastre ghiacciate mentre nella parte interna sopra ad uno strato sofficie ed inconsistente ci sono dei serissimi lastroni da vento di spessore variabile ma non certo trascurabile. Già salendo si rompono e la sensazione non è buona. Guardando in alto sembrerebbe che un'idea di cornice si sia fatta.
Decidiamo di proseguire ancora un po' stando ben distanti, ma arrivati proprio sotto le rocce dove il canale si stringe (mancheranno un 100/150 mt) i lastroni e il vento che nel frattempo è aumentato ci cosigliano di scendere che in fondo la gioonata ce l'hanno già regalata. Nessuno può dire se abbiamo avuto ragione, ma stà di fatto che entrare in quel mirino naturale lungo 250mt con neve non consolidata... bhà... continua a non piacermi nemmeno l'idea.
La discesa non è stata delle migliori. In alto la neve è stata molto rovinata dal vento e la visibilità era brutta. L'assenza di luce rendeva impossibile capire l'andamento del terreno. Arrivati poi nella seconda parte del ghiaione però qualche soddisfazione ce la siamo tolti. La sciata in mezzo ai sassoni era divertente ed i cambi di neve costringevano a lavorare sulla sensibilità.
Arrivati alla macchina alla buon ora, al ritorno ci siamo fermati all'Insonnia.
SCARPONI BACKCOUNTRY FITWEEL:
oggi lo scarpone si è comportato ottimamente. Ci sono state parecchie diagonali in cui la presa di spigolo era indispensabile per stare in piedi e non scivolare, e lo scarpone aiutava ad una trasmissione sicura delle forze. Il freddo non ha dato fastidio ed in discesa nonostante i cambi repentini del manto nevoso la trasmissione delle sensazioni è stata migliore (più probabile che mi stia abituando al diverso materiale).
L'ingombro minore rispetto ad altri scarponi è una marcia in più non di poco conto. Il piede, lo stinco e la caviglia sono subito vicini all'attacco e quindi l'impulso ci metta poco a diventare movimento (con i pro e contro del caso ma qui semmai è colpa del rider).
saluti
nicola
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