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Grossglockner - Studlgrat e via Normale

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alt Guarda le foto di questa relazione nell'album Grossglockner

 

 

 

Lunedì, Martedì 4/5 luglio 2011.
GROSSGLOCKNER 3.780mt
Andata: Studlgrat, ritorno: via Normale

Lunedì mattina parto ad un'ora insolita per andare in montagna (8.30 da casa) ma questa volta è davvero particolare. 

Insieme a Samuele (il mio amico guida che vi consiglio caldamente) e Gianmarco (un ragazzo giovanissimo che non conoscevo ma che si è dimostrato bravissimo, educatissimo e molto preparato) dovremmo risalire la cima più alta dell'Austria lungo la via Studlgrat per poi scendere lungo la Normale. Samuele ci aspetta al rifugio Studlhutte (2.800mt), sabato e domenica aveva impegni in loco con i corsi di alta montagna del CAI, io dopo aver ritirato Gianmarco a Conegliano verso le 13 sono al parcheggio della Lucknerhause (1.980mt) e seguendo un sentiero che pare un'autostrada andiamo verso il rifugio.

La valle è tutt'altro che la montagna deserta da posto eremitico, anzi, è molto sfruttata turisticamente, i sentieri sono segnalatissimi e molto battuti, i rifugi d'appoggio ci sono e sono tenuti in maniera perfetta. Non riesco a capire come mai da noi il turismo di massa trasforma gli ambienti naturali in barbarie mentre gli austriaci riescano comunque a mantenere un certo stile, una rilassatezza, una compostezza ... una certa educazione.
Comunque sarà la vista della cima o la foga in vista della salita ma in rifugio ci arriviamo presto. Il rifugio è sensazionale, pulitissimo, camere spaziosissime, cucina ottima e abbondante, il personale è gentile e attento ed anche le persone che lo frequentano sono invogliate a comportarsi al meglio. Ovviamente la costruzione è super innovativa dal punto di vista energetico, dei materiali, etc etc.
La mattina la sveglia è alle 4.30 per fare il primo turno della colazione, alle 5.15 siamo fuori dal rifugio. Il sentiero parte subito tosto con il superamento di un colle di circa 150mt, dopo il colle si arriva sul ghiacciaio. Decidiamo di imbragarci e di procedere in conserva lunga con ramponi e picca. Oltre a noi ci sono altri 4 gruppi da 2 o 3 persone, quasi tutti con guide locali, ne vedo un po' di tutti i colori: chi legati, chi slegati, chi con ramponi, chi senza.
La camminata sul ghiacciaio è semplice, il fondo è duro e non ho visto crepacci se non quello terminale, la pendenza è costante e permette di tenere un buon ritmo.
Si aggira la cresta a sx (punto di vista dell'osservatore) per portarsi all'attacco che si trova circa sui 3.100mt, abbastanza riconoscibile per le tracce evidenti sulla neve nonchè numerosissime ramponate sulla roccia.
Il caldo fa sì che per tutta la prima parte arrampichiamo senza ramponi, la roccia (che non sò riconoscere) è scura e a falde, finchè non si arriva in cresta bisogna stare molto attenti allo sfasciume, e nel caso abbiate davanti qualcuno occhio che non vi scarichino addosso il mondo. Una volta in cresta la roccia diventa solida e a blocchi, bella da arrampicare senza però molto "grip".
L'ambiente è maestoso, da subito la cresta si rivela severa e molto lunga (circa 600 mt il tratto in arrampicata). La via è semplice da seguire, segue sempre il filo tranne in pochi punti dove aggira blocchi difficilmente scalabili. E' costellata di fittoni ed anelli dove poter fare soste volanti, asole per la conserva, etc. Dopo i primi 300mt i tratti di neve ghiacciata diventano pressochè continui così decidiamo di rimetterci i ramponi.
Non avevo mai arrampicato su misto con i ramponi e la sensazione mi piace moltissimo da subito, non mi sembra vero che quelle piccole punte su minuscoli appoggi (se ben caricate) tengano in maniera impressionante.
In 5 ore e mezza o 6 (son sincero la via era talmente bella che non guardavo l'ora) arriviamo in vetta, devo ammettere che per la maggior parte della salita ho provato una sensazione che raramente ho vissuto. Non mi importava di arrivare alla fine, non volevo sapere quanto mancava, stavo bene lì e mi stavo divertendo come un matto ad arrampicare ed appena finiva un tratto non vedevo l'ora di affrontarne un altro.
La relazione dice che la Studlgrat è via con difficoltà medie di III, con passaggi di III+ e uno di IV-. Secondo me quei passaggi sono sottostimati, sopratutto quello di III+, inoltre oggi si presentano con roccia ormai levigata e liscia. Comunque sono tutti azzerabili aiutandosi con pioli, cavi ed un cordone presenti solo nei punti più delicati.
La giornata è stata magnifica anche se verso mezzogiorno durante la discesa le prime nuvole sono arrivate.
La discesa merita comunque attenzione, dalla cima si prosegue lungo la cresta e con un bel passaggio su cornice innevata ghiacciata si risala all'anticima, da qui lungo un pendio di circa 300mt con buona pendenza (ma diversi pali dove nel caso fare veloci calate) si arriva all'ingresso di un canale con uscita stretta ma fondo assai largo, poi il resto è una camminata con dolce dislivello fino all'Herzoghutte (il rifugio più alto). La discesa è abbastanza divertente e va fatta con attenzione e senza paura di vertigini, le difficoltà possono aumentare esponenzialmente nel caso di traffico dovuto a varie cordate che salgono o scendono. Gli spazi in traccia sono esigui e quindi nel caso si voglia superare ed andare più veloci bisogna uscire dalla traccia con tutto quello che ne consegue.
Dal rifugio una facile ferratina scende su rocce fino alla crepaccia terminale, poi una bella camminata sul ghiacciaio riporta al sentiero ed al rifugio di partenza. Il ghiacciaio presenta alcuni crepacci quindi attenzione.
Veloce sosta al rigufio per rifare gli zaini, svestirsi un po', bere un po' d'acqua e poi giù fino alla macchina. Il giro completo dallo Studlhutte in cima e poi alla Lucknerhause è durato 10h e mezza. Lo consiglio a chi piace l'alpinismo classico in cui si trovano tutte le condizioni (roccia, arrampicata, camminata, ghiaccio, quota, etc). Considerata la durata è indispensabile una buona condizione fisica. Se scegliete una guida del posto costringetelo a farvi fare la cresta per bene e a non aggirare troppo le parti più divertenti (non lo fanno per cattiveria ma per andare veloci tendono un po' a tagliare su cengette le parti dove si arrampica).
Saluti
Nicola



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